Page 704 - Giorgio Vasari
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tanto a condurre un'opera che era uno stento.

               Fu ne' medesimi tempi eccellente pittore nella città di Fuligno, Niccolò

               Alunno, perché non si costumando molto di colorire ad olio inanzi a
               Pietro  Perugino,  molti  furono  tenuti  valenti  uomini,  che  poi  non
               riuscirono. Niccolò dunque sodisfece assai nell'opere sue, per che se
               bene  non  lavorò  se  non  a  tempera,  perché  faceva  alle  sue  figure

               teste ritratte dal naturale e che parevano vive, piacque assai la sua
               maniera. In S. Agostino di Fuligno è di sua mano in una tavola una
               Natività di Cristo et una predella di figure piccole. In Ascesi fece un
               gonfalone, che si porta a processione, nel Duomo la tavola dell'altar

               maggiore et in S. Francesco un'altra tavola. Ma la miglior pittura che
               mai lavorasse Niccolò fu una cappella nel Duomo, dove fra l'altre cose
               vi è una Pietà e due Angeli, che tenendo due torcie piangono tanto
               vivamente,  che  io  giudico  che  ogni  altro  pittore,  quanto  si  voglia

               eccellente, arebbe potuto far poco meglio. A S. Maria degl'Angeli in
               detto luogo dipinse la facciata e molte altre opere, delle quali non
               accade far menzione, bastando aver tocche le migliori.

               E questo sia il fine della vita di Pinturicchio, il quale fra l'altre cose
               sodisfece assai a molti principi e signori, perché dava presto l'opere
               finite, sì come disiderano, se bene per avventura manco buone che

               chi le fa adagio e consideratamente.
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