Page 699 - Giorgio Vasari
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VITA DI BERNARDINO PINTURICCHIO PITTORE PERUGINO



               Sì come sono molti aiutati dalla fortuna senza essere di molta virtù
               dotati, così per lo contrario sono infiniti quei virtuosi che da contraria
               e nimica fortuna sono perseguitati; onde si conosce apertamente che
               ell'ha per figliuoli coloro che senza l'aiuto d'alcuna virtù dependono da

               lei; poiché le piace che dal suo favore sieno alcuni inalzati, che per
               via  di  meriti  non  sarebbono  mai  conosciuti;  il  che  si  vide  nel
               Pinturicchio da Perugia, il quale ancor che facesse molti lavori e fusse
               aiutato da diversi, ebbe nondimeno molto maggior nome che le sue

               opere non meritarono. Tuttavia egli fu persona che ne' lavori grandi
               ebbe molta pratica, e che tenne di continovo molti lavoranti nelle sue
               opere.  Avendo  dunque  costui  nella  sua  prima  giovanezza  lavorato
               molte cose con Pietro da Perugia suo maestro, tirando il terzo di tutto

               il  guadagno  che  si  faceva,  fu  da  Francesco  Piccolomini  cardinale
               chiamato a Siena a dipignere la libreria stata fatta da Papa Pio II nel
               Duomo di quella città. Ma è ben vero che gli schizzi et i cartoni di
               tutte le storie che egli vi fece, furono di mano di Raffaello da Urbino

               allora  giovinetto,  il  quale  era  stato  suo  compagno  e  condiscepolo
               appresso  al  detto  Pietro;  la  maniera  del  quale  aveva  benissimo
               appresa il detto Raffaello; e di questi cartoni se ne vede ancor oggi
               uno in Siena et alcuni schizzi ne sono di man di Raffaello nel nostro

               libro.  Le  storie  dunque  di  questo  lavoro,  nel  quale  fu  aiutato
               Pinturicchio  da  molti  garzoni  e  lavoranti,  tutti  della  scola  di  Pietro,
               furono divise in dieci quadri. Nel primo è dipinto quando detto papa
               Pio Secondo nacque, di Silvio Piccolomini e di Vittoria, e fu chiamato

               Enea, l'anno 1405 in Valdorcia, nel castello di Corsignano, che oggi si
               chiama Pienza dal nome suo, per essere stata poi da lui edificata e
               fatta città. Et in questo quadro sono ritratti di naturale il detto Silvio e
               Vettoria.  Nel  medesimo  è  quando  con  Domenico  cardinale  di

               Capranica  passa  l'Alpe  piena  di  ghiacci  e  di  neve,  per  andare  al
               concilio in Basilea. Nel secondo è quando il Concilio manda esso Enea
               in molte legazioni, cioè in Argentina tre volte, a Trento, a Gostanza, a
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