Page 691 - Giorgio Vasari
P. 691
del Mantegna Stefano pittor ferrarese, che fece poche cose, ma
ragionevoli; e di sua mano si vede in Padoa l'ornamento dell'arca di
S. Antonio, e la Vergine Maria che si chiama del pilastro. Ma per
tornare a esso Andrea, egli murò in Mantoa e dipinse per uso suo una
bellissima casa, la quale si godette mentre visse. E finalmente d'anni
66, si morì nel 1517. E con esequie onorate fu sepolto in S. Andrea, et
alla sua sepoltura, sopra la quale egli è ritratto di bronzo, fu posto
questo epitaffio:
Esse parem hunc noris, si non praeponis Apelli,
Aenea Mantineae, qui simulacra vides.
Fu Andrea di sì gentili e lodevoli costumi in tutte le sue azioni, che
sarà sempre di lui memoria, non solo nella sua patria, ma in tutto il
mondo, onde meritò esser dall'Ariosto celebrato non meno per i suoi
gentilissimi costumi che per l'eccellenza della pittura, dove nel
principio del XXXIII canto, annoverandolo fra i più illustri pittori de'
tempi suoi, dice:
Leonardo, Andrea Mantegna, Gian Bellino.
Mostrò costui con miglior modo, come nella pittura si potesse fare gli
scorti delle figure al di sotto in sù, il che fu certo invenzione difficile e
capricciosa; e si dilettò ancora, come si è detto, d'intagliare in rame
le stampe delle figure, che è commodità veramente singularissima, e
mediante la quale ha potuto vedere il mondo non solamente la
baccaneria, la battaglia de' mostri marini, il Deposto di croce, il
sepelimento di Cristo, la Ressuressione con Longino e con S. Andrea,
opere di esso Mantegna, ma le maniere ancora di tutti gl'artefici che
sono stati.