Page 693 - Giorgio Vasari
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potuto avere il ritratto di lui d'età migliore. E nella storia che segue
               ritrasse  Sandro  Botticello  suo  maestro  e  molti  altri  amici  e
               grand'uomini, et infra gli altri il Raggio sensale, persona d'ingegno e
               spiritosa  molto,  quello  che  in  una  conca  condusse  di  rilievo  tutto
               l'Inferno  di  Dante,  con  tutti  i  cerchi  e  partimenti  delle  bolgie  e  del

               pozzo,  misurati  a  punto  tutte  le  figure  e  minuzie  che  da  quel  gran
               poeta  furono  ingegnosissimamente  immaginate  e  discritte,  che  fu
               tenuta in questi tempi cosa maravigliosa. Dipinse poi a tempera nella

               cappella di Francesco del Pugliese alle Campora, luogo de' monaci di
               Badia fuor di Firenze, in una tavola un S. Bernardo, al quale apparisce
               la Nostra Donna con alcuni Angeli, mentre egli in un bosco scrive; la
               quale  pittura  in  alcune  cose  è  tenuta  mirabile,  come  in  sassi,  libri,
               erbe  e  simili  cose  che  dentro  vi  fece;  oltre  che  vi  ritrasse  esso

               Francesco di naturale tanto bene, che non pare che gli manchi se non
               la parola. Questa tavola fu levata di quel luogo per l'assedio, e posta
               per conservarla nella sagrestia della Badia di Fiorenza. In S. Spirito

               della  medesima  città  lavorò  in  una  tavola  la  Nostra  Donna,  S.
               Martino,  S.  Niccolò,  e  S.  Caterina  per  Tanai  de'  Nerli,  et  in  S.
               Brancazio alla cappella de' Rucellai una tavola et in S. Raffaello un
               crucifisso e due figure in campo d'oro; in S. Francesco fuor della porta
               a  S.  Miniato,  dinanzi  alla  sagrestia,  fece  un  Dio  Padre  con  molti

               fanciulli, et al Palco, luogo de' frati del Zoccolo fuori di Prato, lavorò
               una tavola. E nella terra fece nell'udienza de' Priori, in una tavoletta
               molto lodata, la Nostra Donna, S. Stefano e S. Giovanni Battista. In

               sul  canto  al  Mercatale  pur  di  Prato,  dirimpetto  alle  monache  di  S.
               Margherita, vicino a certe sue case, fece in un tabernacolo a fresco,
               una  bellissima  Nostra  Donna  con  un  coro  di  serafini  in  campo  di
               splendore. Et in questa opera, fra l'altre cose dimostrò arte e bella
               avvertenza in un serpente che è sotto a S. Margherita, tanto strano et

               orribile, che fa conoscere dove abbia il veleno, il fuoco e la morte. Et
               il resto di tutta l'opera è colorito con tanta freschezza e vivacità, che
               merita perciò essere lodato infinitamente. In Lucca lavorò parimente

               alcune cose e particolarmente nella chiesa di S. Ponziano de' frati di
               Monte Oliveto una tavola in una cappella, nel mezzo della quale in
               una  nicchia  è  un  S.  Antonio  bellissimo  di  rilievo,  di  mano  d'Andrea
               Sansovino  scultore  eccellentissimo.  Essendo  Filippo  ricerco  d'andare
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