Page 685 - Giorgio Vasari
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VITA DI ANDREA MANTEGNA PITTORE MANTOVANO
Quanto possa il premio nella virtù, colui che opera virtuosamente et è
in qualche parte premiato lo sa, perciò che non sente né disagio né
incommodo né fatica, quando n'aspetta onore e premio; e, che è più,
ne diviene ogni giorno più chiara e più illustre essa virtù; bene è vero
che non sempre si truova chi la conosca e la pregi e la rimuneri, come
fu quella riconosciuta d'Andrea Mantegna, il quale nacque
d'umilissima stirpe nel contado di Mantoa; et ancora che da fanciullo
pascesse gl'armenti, fu tanto inalzato dalla sorte e dalla virtù, che
meritò d'esser cavalier onorato, come al suo luogo si dirà. Questi,
essendo già grandicello fu condotto nella città, dove attese alla
pittura sotto Iacopo Squarcione pittore padoano, il quale, secondo
che scrive in una sua epistola latina Messer Girolamo Campagnuola a
Messer Leonico Timeo, filosofo greco, nella quale gli dà notizia
d'alcuni pittori vecchi che servirono quei da Carrara, signori di
Padova, il quale Iacopo se lo tirò in casa e poco appresso,
conosciutolo di bello ingegno, se lo fece figliuolo adottivo. E perché si
conosceva lo Squarcione non esser il più valente dipintore del mondo,
acciò che Andrea imparasse più oltre che non sapeva egli, lo esercitò
assai in cose di gesso formate da statue antiche, et in quadri di
pitture, che in tela si fece venire di diversi luoghi, e particolarmente
di Toscana e di Roma. Onde con questi sì fatti et altri modi, imparò
assai Andrea nella sua giovinezza. La concorrenza ancora di Marco
Zoppo bolognese e di Dario da Trevisi e di Niccolò Pizzolo padoano,
discepoli del suo adottivo padre e maestro, gli fu di non picciolo aiuto
e stimolo all'imparare. Poi dunque che ebbe fatta Andrea, allora che
non aveva più che 17 anni, la tavola dell'altar maggiore di S. Sofia di
Padoa, la quale pare fatta da un vecchio ben pratico e non da un
giovanetto, fu allogata allo Squarcione la capella di S. Cristofano, che
è nella chiesa de' frati Eremitani di S. Agostino in Padoa, la quale egli
diede a fare al detto Niccolò Pizzolo et Andrea. Niccolò vi fece un Dio
Padre che siede in maestà in mezzo ai dottori della chiesa, che furono