Page 681 - Giorgio Vasari
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perché spiccate che le avevano, non era in loro facultà rappiccare le

               teste agl'uomini, né una simile alla sua già mai, come arebbe saputo
               lui  fare  di  quella  che  gli  avea  spiccata  al  suo  cavallo,  e  più  bella.
               Dopo  la  qual  risposta  che  non  dispiacque  a  que'  Signori,  fu  fatto
               ritornare con doppia provisione a Vinezia, dove racconcio che ebbe il

               primo modello, lo gettò di bronzo ma non lo finì già del tutto, perché
               esendo riscaldato e raffreddato nel gettarlo, si morì in pochi giorni in
               quella  città,  lasciando  imperfetta  non  solamente  quell'opera,  ancor

               che  poco  mancasse  al  rinettarla,  che  fu  messa  nel  luogo  dove  era
               destinata, ma un'altra ancora che faceva in Pistoia, cioè la sepoltura
               del cardinale Forteguerra, con le tre virtù teologiche et un Dio Padre
               sopra, la quale opera fu finita poi da Lorenzetto scultore fiorentino.
               Aveva Andrea quando morì anni 56. Dolse la sua morte infinitamente

               agl'amici et a' suoi discepoli, che non furono pochi; e massimamente
               a  Nanni  Grosso  scultore  e  persona  molto  astratta  nell'arte  e  nel
               vivere.  Dicesi  che  costui  non  averebbe  lavorato  fuor  di  bottega,  e

               particolarmente  né  a'  monaci  né  a'  frati,  se  non  avesse  avuto  per
               ponte l'uscio della volta, o vero cantina, per potere andare a bere a
               sua posta e senza avere a chiedere licenza. Si racconta anco di lui
               che  essendo  una  volta  tornato  sano  e  guarito  di  non  so  che  sua
               infirmità da S. Maria Nuova rispondeva agl'amici quando era visitato e

               dimandato da loro come stava: "Io sto male". "Tu sei pur guarito",
               rispondevano essi; et egli soggiungeva: "E però sto io male, per ciò
               che  io  arei  bisogno  d'un  poco  di  febre  per  potermi  intrattenere  qui

               nello spedale, agiato e servito". A costui, venendo a morte pur nello
               spedale, fu posto inanzi un Crocifisso di legno assai mal fatto e goffo;
               onde pregò che gli fusse levato dinanzi e portatogliene uno di man di
               Donato, affermando che se non lo levavano si morrebbe disperato,
               cotanto gli dispiacevano l'opere mal fatte della sua arte.

               Fu  discepolo  del  medesimo  Andrea,  Piero  Perugino  e  Lionardo  da

               Vinci,  de'  quali  si  parlerà  al  suo  luogo,  e  Francesco  di  Simone
               fiorentino, che lavorò in Bologna nella chiesa di San Domenico una
               sepoltura di marmo, con molte figure piccole, che alla maniera paiono
               di  mano  d'Andrea;  la  qual  fu  fatta  per  Messer  Alessandro  Tartaglia

               imolese, dottore. Et un'altra in San Brancazio di Firenze, che risponde
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