Page 684 - Giorgio Vasari
P. 684
Ma tornando alle imagini di cera, sono di mano d'Orsino nella detta
chiesa de' Servi, tutte quelle che nel fondo hanno per segno un O
grande, con un R dentrovi et una croce sopra. E tutte sono in modo
belle, che pochi sono stati poi, che l'abbiano paragonato. Questa
arte, ancora che si sia mantenuta viva insino a' tempi nostri, è
nondimeno più tosto in declinazione che altrimenti, o perché sia
mancata la divozione o per altra cagione che si sia.
Ma per tornare al Verrocchio, egli lavorò, oltre alle cose dette,
Crucifissi di legno et alcune cose di terra, nel che era eccellente,
come si vide ne' modelli delle storie che fece per l'altare di S.
Giovanni, et in alcuni putti bellissimi et in una testa di S. Girolamo,
che è tenuta maravigliosa. È anco di mano del medesimo, il putto
dell'oriuolo di Mercato Nuovo, che ha le braccia schiodate in modo
che alzandole, suona l'ore con un martello che tiene in mano. Il che
fu tenuto in que' tempi cosa molto bella e capricciosa. E questo il fine
sia della vita d'Andrea Verrocchio, scultore eccellentissimo. Fu ne'
tempi d'Andrea, Benedetto Buglioni, il quale da una donna che uscì di
casa Andrea della Robbia ebbe il segreto degl'invetriati di terra, onde
fece di quella maniera molte opere in Fiorenza e fuori, e
particolarmente nella chiesa de' Servi, vicino alla cappela di S.
Barbara, un Cristo che resuscita con certi Angeli, che per cosa di terra
cotta invetriata è assai bell'opera; in S. Brancazio fece in una
cappella un Cristo morto; e sopra la porta principale della chiesa di S.
Pier Maggiore, il mezzo tondo che vi si vede. Dopo Benedetto rimase
il segreto a Santi Buglioni, che solo sa oggi lavorare di questa sorte
sculture.