Page 676 - Giorgio Vasari
P. 676

VITA DI ANDREA VERROCCHIO PITTORE, SCULTORE ET
               ARCHITETTO



               Andrea  del  Verrocchio,  fiorentino,  fu  ne'  tempi  suoi  orefice,
               prospettivo,  scultore,  intagliatore,  pittore  e  musico;  ma  invero  ne
               l'arte  della  scultura  e  pittura  ebbe  la  maniera  alquanto  dura  e

               crudetta; come quello che con infinito studio se la guadagnò, più che
               col benefizio o facilità della natura; la qual facilità se ben li fussi tanto
               mancata,  quanto  gli  avanzò  studio  e  diligenza,  sarebbe  stato  in
               queste  arti  eccellentissimo,  le  quali  a  una  somma  perfezione

               vorrebbono  congiunto  studio  e  natura;  e  dove  l'un  de'  due  manca
               rade  volte  si  perviene  al  colmo,  se  ben  lo  studio  ne  porta  seco  la
               maggior parte; il quale perché fu in Andrea, quanto in alcuno altro
               mai  grandissimo,  si  mette  fra  i  rari  et  eccellenti  artefici  dell'arte

               nostra. Questi in giovanezza attese alle scienze, particularmente alla
               geometria. Furono fatti da lui, mentre attese all'orefice, oltre a molte
               altre cose, alcuni bottoni da piviali che sono in S. Maria del Fiore di
               Firenze;  e  di  grosserie  particolarmente  una  tazza,  la  forma  della

               quale, piena d'animali, di fogliami e d'altre bizzarrie, va attorno et è
               da tutti gl'orefici conosciuta, et un'altra parimente dove è un ballo di
               puttini molto bello. Per le quali opere avendo dato saggio di sé, gli fu
               dato a fare dall'arte de' Mercatanti due storie d'argento nelle teste

               dell'altare  di  S.  Giovanni,  delle  quali,  messe  che  furono  in  opera,
               acquistò  lode  e  nome  grandissimo.  Mancavano  in  questo  tempo  in
               Roma alcuni di quegli Apostoli grandi, che ordinariamente solevano
               stare in sull'altare della cappella del papa con alcune altre argenterie

               state disfatte; per il che, mandato per Andrea, gli fu con gran favore
               da papa Sisto dato a fare tutto quello che in ciò bisognava; et egli il
               tutto condusse con molta diligenza e giudizio a perfezzione. Intanto
               vedendo Andrea che delle molte statue antiche et altre cose che si

               trovavano in Roma, si faceva grandissima stima, e che fu fatto porre
               quel  cavallo  di  bronzo  dal  papa  a  S.  Ianni  Laterano  e  che  de'
               fragmenti,  non  che  delle  cose  intere  che  ogni  dì  si  trovavano,  si
               faceva conto, deliberò d'attendere alla scultura. E così abandonato in
   671   672   673   674   675   676   677   678   679   680   681