Page 669 - Giorgio Vasari
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VITA DI BENEDETTO DA MAIANO SCULTORE ET ARCHITETTO



               Benedetto da Maiano scultore fiorentino, essendo ne' suoi primi anni
               intagliatore  di  legname,  fu  tenuto  in  quello  esercizio  il  più  valente
               maestro  che  tenesse  ferri  in  mano,  e  particolarmente  fu  ottimo
               artefice  in  quel  modo  di  fare  che,  come  altrove  si  è  detto,  fu

               introdotto  al  tempo  di  Filippo  Brunelleschi  e  di  Paulo  Ucello,  di
               comettere  insieme  legni  tinti  di  diversi  colori  e  farne  prospettive,
               fogliami e molte altre diverse fantasie. Fu dunque in questo artifizio
               Benedetto da Maiano, nella sua giovinezza, il miglior maestro che si

               trovasse, come apertamente ne dimostrano molte opere sue che in
               Firenze in diversi luoghi si veggiono; e particolarmente tutti gl'armari
               della sagrestia di S. Maria del Fiore, finiti da lui la maggior parte dopo
               la morte di Giuliano suo zio, che son pieni di figure fatte di rimesso e

               di fogliami e d'altri lavori, fatti con maggior spesa et artifizio. Per la
               novità dunque di questa arte, venuto in grandissimo nome, fece molti
               lavori che furono mandati in diversi luoghi et a diversi principi; e fra
               gl'altri  n'ebbe  il  re  Alfonso  di  Napoli  un  fornimento  d'uno  scrittoio,

               fatto fare per ordine di Giuliano, zio di Benedetto, che serviva il detto
               re nelle cose d'architettura, dove esso Benedetto si trasferì, ma non
               gli piacendo la stanza, se ne tornò a Firenze; dove avendo non molto
               dopo lavorato per Mattia Corvino re d'Ungheria, che aveva nella sua

               corte molti Fiorentini e si dilettava di tutte le cose rare, un paio di
               casse  con  difficile  e  bellissimo  magisterio  di  legni  commessi,  si
               deliberò,  essendo  con  molto  favore  chiamato  da  quel  re,  di  volere
               andarvi  per  ogni  modo;  per  che  fasciate  le  sue  casse  e  con  esse

               entrato  in  nave,  se  n'andò  in  Ungheria.  Là  dove,  fatto  reverenza  a
               quel  re  dal  quale  fu  benignamente  ricevuto,  fece  venire  le  dette
               casse;  e  quelle  fatte  sballare  alla  presenza  del  re  che  molto
               disiderava di vederle, vide che l'umido dell'acqua e 'l mucido del mare

               aveva intenerito in modo la colla, che nell'aprire gl'incerati, quasi tutti
               i  pezzi  che  erano  alle  casse  appicati,  caddero  in  terra;  onde  se
               Benedetto  rimase  attonito  et  ammutolito  per  la  presenza  di  tanti
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