Page 673 - Giorgio Vasari
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ferro,  che  inchiodate  gagliardamente  nelle  dette  travi  da  basso,  le
               reggevano e reggono, di maniera che quando per loro medesime non
               bastasseno sarebbe atto l'arco, mediante le dette catene stesse che
               abbracciano il travo, e sono due, una di qua et una di là dalla porta di
               marmo,  a  reggere  molto  maggior  peso  che  non  è  quello  del  detto

               muro, che è di mattoni e grosso un mezzo braccio. E nondimeno fece
               lavorare nel detto muro i mattoni per coltello e centinato, che veniva
               a pigner ne' canti dove era il sodo e rimanere più stabile. Et in questa

               maniera, mediante il buon giudizio di Benedetto rimase la detta sala
               de' Dugento nella sua grandeza; e sopra nel medesimo spazio, con
               un  tramezzo  di  muro,  vi  si  fece  la  sala  che  si  dice  dell'oriuolo,  e
               l'udienza dove è dipinto il trionfo di Camillo di mano del Salviati. Il
               soffittato del qual palco fu riccamente lavorato et intagliato da Marco

               del  Tasso,  Domenico  e  Giuliano  suoi  frategli,  che  fece  similmente
               quello della sala dell'oriuolo e quello dell'udienza. E perché la detta
               porta di marmo fu da Benedetto fatta doppia, sopra l'arco della porta

               di dentro, avendo già detto del difuori, fece una Iustizia di marmo a
               sedere con la palla del mondo in una mano, e nell'altra una spada
               con lettere intorno all'arco, che dicono: Diligite iustitiam qui iudicatis
               terram; la quale tutta opera fu condotta con maravigliosa diligenza et
               artifizio.  Il  medesimo  alla  Madonna  delle  Grazie,  che  è  poco  fuor

               d'Arezzo, facendo un portico et una salita di scale dinanzi alla porta,
               nel  portico  mise  gl'archi  sopra  le  colonne  et  a  canto  al  tetto  girò
               intorno intorno a un architrave, fregio e cornicione; et in quello fece

               per  gocciolatoio  una  ghirlanda  di  rosoni  intagliati  di  macigno,  che
               sportano in fuori un braccio et un terzo; talmente che fra l'agetto del
               frontone  della  gola  di  sopra  et  il  dentello  et  uovolo,  sotto  il
               gocciolatoio, fa braccia due e mezzo, che aggiuntovi mezzo braccio
               che fanno i tegoli, fa un tetto di braccia tre intorno bello, ricco, utile

               et  ingegnoso.  Nella  qual  opera  è  quel  suo  artifizio  degno  d'esser
               molto  considerato  dagli  artefici,  che  volendo  che  questo  tetto
               sportasse  tanto  in  fuori  senza  modiglioni  o  menzole  che  lo

               reggessino,  fece  que'  lastroni,  dove  sono  i  rosoni  intagliati,  tanto
               grandi  che  la  metà  sola  sportassi  infuori,  e  l'altra  metà  restassi
               murato di sodo, onde essendo così contrepesati, potettono reggere il
               resto e tutto quello che di sopra si aggiunse, come ha fatto sino a
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