Page 664 - Giorgio Vasari
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bellissima e ch'ella dovesse vincere la invidia, furono però alcuni
malivoli e dettratori, che non potendo dannarla in altro dissero che e
Matteo e Sandro gravemente vi avevano peccato in eresia; il che se è
vero o non vero, non se ne aspetta il giudizio a me, basta che le
figure che Sandro vi fece veramente sono da lodare, per la fatica che
e' durò nel girare i cerchi de' cieli e tramezzare tra figure e figure
d'Angeli e scorci e vedute in diversi modi diversamente, e tutto
condotto con buono disegno. Fu allogato a Sandro in questo tempo
una tavoletta piccola, di figure di tre quarti di braccio l'una, la quale
fu posta in S. Maria Novella fra le due porte, nella facciata principale
della chiesa, nell'entrare per la porta del mezzo, a sinistra: et èvvi
dentro la adorazione de' Magi; dove si vede tanto affetto nel primo
vecchio, che baciando il piede al Nostro Signore e struggendosi di
tenerezza, benissimo dimostra avere conseguita la fine del
lunghissimo suo viaggio. E la figura di questo re è il proprio ritratto di
Cosimo Vecchio de' Medici, di quanti a' dì nostri se ne ritruovano, il
più vivo e più naturale. Il secondo, che è Giuliano de' Medici, padre di
papa Clemente VII, si vede che intensissimo con l'animo,
divotamente rende riverenza a quel Putto e gli assegna il presente
suo; il terzo, inginocchiato egli ancora, pare che adorandolo gli renda
grazie e lo confessi il vero Messia, è Giovanni figliuolo di Cosimo. Né
si può descrivere la bellezza che Sandro mostrò nelle teste che vi si
veggono; le quali con diverse attitudini son girate, quale in faccia,
quale in proffilo, quale in mezzo occhio, e qual chinata, et in più altre
maniere e diversità d'arie di giovani, di vecchi, con tutte quelle
stravaganzie che possono far conoscere la perfezzione del suo
magisterio; avendo egli distinto le corti di tre re, di maniera che e' si
comprende quali siano i servidori dell'uno e quali dell'altro: opera
certo mirabilissima; e per colorito, per disegno e per componimento
ridotta sì bella, che ogni artefice ne resta oggi maravigliato. Et allora
gli arrecò in Fiorenza e fuori tanta fama che papa Sisto IIII avendo
fatto fabricare la cappella in palazzo di Roma e volendola dipignere,
ordinò ch'egli ne divenisse capo; onde in quella fece di sua mano le
infrascritte storie, cioè quando Cristo è tentato dal diavolo, quando
Mosè amazza lo Egizzio, e che riceve bere da le figlie di Ietro