Page 667 - Giorgio Vasari
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questo pericolo e ricorrendo a Sandro, gli fu risposto con le medesime
               parole, che in casa sua poteva e voleva far quel che gli piaceva, né
               potendo cavarne altra conclusione, fu necessitato a venir agli accordi
               ragionevoli, e far a Sandro buona vicinanza. Raccontasi ancora che
               Sandro accusò per burla un amico suo di eresia al Vicario, e che colui

               comparendo  dimandò  chi  l'aveva  accusato  e  di  che;  per  che,
               essendogli detto che Sandro era stato, il quale diceva che egli teneva
               l'opinione degli epicurei e che l'anima morisse col corpo, volle vedere

               l'accusatore dinanzi al giudice, onde Sandro, comparso, disse: "E' gli è
               vero che io ho questa opinione dell'anima di costui che è una bestia,
               oltre ciò non pare a voi che sia eretico poi che senza avere lettere o a
               pena saper leggere, comenta Dante e mentova il suo nome invano?".
               Dicesi  ancora  che  egli  amò  fuor  di  modo  coloro  che  egli  cognobbe

               studiosi  dell'arte,  e  che  guadagnò  assai,  ma  tutto,  per  avere  poco
               governo  e  per  trascuratagine,  mandò  male.  Finalmente  condottosi
               vecchio  e  disutile,  e  caminando  con  due  mazze,  perché  non  si

               reggeva ritto, si morì essendo infermo e decrepito d'anni settantotto;
               et in Ogni Santi di Firenze fu sepolto l'anno 1515.

               Nella guardaroba del signor duca Cosimo sono di sua mano due teste
               di  femmina  in  profilo,  bellissime;  una  delle  quali  si  dice  che  fu
               l'inamorata  di  Giuliano  de'  Medici,  fratello  di  Lorenzo,  e  l'altra
               madonna  Lucrezia  de'  Tornabuoni,  moglie  di  detto  Lorenzo.  Nel

               medesimo  luogo  è  similmente  di  man  di  Sandro  un  Bacco,  che
               alzando con ambe le mani un barile, se lo pone a bocca, il quale è
               una  molto  graziosa  figura;  e  nel  Duomo  di  Pisa,  alla  cappella
               dell'Impagliata, cominciò un'Assunta con un coro d'Angeli, ma poi non

               gli piacendo, la lasciò imperfetta. In S. Francesco di Monte Varchi fece
               la tavola dell'altar maggiore; e nella Pive d'Empoli da quella banda
               dove è il S. Bastiano del Rossellino fece due Angeli. E fu egli de' primi
               che trovasse di lavorare gli stendardi et altre drapperie, come si dice,

               di commesso, perché i colori non istinghino e mostrino da ogni banda
               il colore del drappo. E di sua mano così fatto è il baldachino d'Or S.
               Michele, pieno di Nostre Donne tutte variate e belle. Il che dimostra
               quanto cotal modo di fare, meglio conservi il drappo che non fanno i

               mordenti, che lo ricidano e dannogli poca vita, se bene per manco
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