Page 672 - Giorgio Vasari
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stupore  di  chiunche  la  vede  condusse  questa  opera  a  perfezzione,

               mostrando in ciascuna parte et in tutta insieme quella maggior bontà
               che può in simil opera desiderarsi. Affermano molti che Filippo Strozzi
               il Vecchio, volendo fare il suo palazzo, ne volle il parere di Benedetto
               che gliene fece un modello, e che secondo quello fu cominciato, se

               bene fu seguitato poi e finito dal Cronaca, morto esso Benedetto; il
               quale  avendosi  acquistato  da  vivere,  dopo  le  cose  dette  non  volle
               fare  altro  lavoro  di  marmo.  Solamente  finì  in  S.  Trinità  la  S.  Maria

               Madalena  stata  cominciata  da  Disiderio  da  Settignano,  e  fece  il
               Crucifisso,  che  è  sopra  l'altare  di  S.  Maria  del  Fiore,  et  alcuni  altri
               simili.

               Quanto all'architettura, ancora che mettesse mano a poche cose, in
               quelle nondimeno non dimostrò manco giudizio che nella scultura, e
               massimamente in tre palchi di grandissima spesa, che d'ordine e col

               consiglio  suo,  furono  fatti  nel  palazzo  della  Signoria  di  Firenze.  Il
               primo  fu  il  palco  della  sala  che  oggi  si  dice  de'  Dugento,  sopra  la
               quale avendosi a fare non una sala simile, ma due stanze, cioè una
               sala et una audienza, e per conseguente avendosi a fare un muro,

               non  mica  leggieri  del  tutto  e  dentrovi  una  porta  di  marmo  ma  di
               ragionevole  grossezza,  non  bisognò  manco  ingegno  o  giudizio  di
               quello  che  aveva  Benedetto,  a  fare  un'opera  così  fatta.  Benedetto,
               adunque,  per  non  diminuire  la  detta  sala  e  dividere  nondimeno  il

               disopra in due, fece a questo modo: sopra un legno grosso un braccio
               e lungo quanto la larghezza della sala, ne commesse un altro di due
               pezzi, di maniera che con la grossezza sua alzata due terzi di braccio,
               e  negl'estremi  ambidue  benissimo  confitti  et  incatenati  insieme

               facevano a canto al muro, ciascuna testa alta due braccia; e le dette
               due teste erano intaccate a ugna in modo che vi si potesse impostare
               un arco di mattoni doppi, grosso un mezzo braccio, appoggiatolo ne'
               fianchi ai muri principali. Questi due legni adunque erano con alcune

               incastrature  a  guisa  di  denti  in  modo  con  buone  spranghe  di  ferro
               uniti,  et  incatinati  insieme,  che  di  due  legni  venivano  a  essere  un
               solo; oltre ciò, avendo fatto il detto arco acciò le dette travi del palco
               non avesseno a reggere se non il muro dell'arco in giù, e l'arco tutto il

               rimanente,  apiccò  davantaggio  al  detto  arco  due  grandi  staffe  di
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