Page 663 - Giorgio Vasari
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cercando egli allora di passare tutti coloro ch'al suo tempo dipinsero,
               ma particolarmente Domenico Ghirlandaio che aveva fatto dall'altra
               banda  un  S.  Girolamo,  molto  s'affaticò;  la  qual  opera  riuscì
               lodatissima per avere egli dimostrato nella testa di quel Santo, quella
               profonda  cogitazione  et  acutissima  sottigliezza,  che  suole  essere

               nelle persone sensate et astratte continuamente nella investigazione
               di cose altissime e molto difficili. Questa pittura, come si è detto nella
               vita del Ghirlandaio, questo anno 1564 è stata mutata dal luogo suo,

               salva et intera. Per il che venuto in credito et in riputazione, dall'Arte
               di Porta Santa Maria gli fu fatto fare in S. Marco una incoronazione di
               Nostra Donna, in una tavola, et un coro d'Angeli, la quale fu molto
               ben disegnata e condotta da lui. In casa Medici, a Lorenzo Vecchio
               lavorò molte cose, e massimamente una Pallade su una impresa di

               bronconi che buttavano fuoco, la quale dipinse grande quanto il vivo,
               et  ancora  un  S.  Sebastiano.  In  S.  Maria  Maggior  di  Fiorenza  è  una
               Pietà  con  figure  piccole,  allato  alla  cappella  di  Panciatichi,  molto

               bella. Per la città in diverse case fece tondi di sua mano e femmine
               ignude  assai,  delle  quali  oggi  ancora  a  Castello,  villa  del  duca
               Cosimo,  sono  due  quadri  figurati:  l'uno  Venere  che  nasce,  e  quelle
               aure e venti, che la fanno venire in terra con gli amori, e così un'altra
               Venere che le grazie la fioriscono, dinotando la Primavera; le quali da

               lui  con  grazia  si  veggono  espresse.  Nella  via  de'  Servi  in  casa
               Giovanni Vespucci, oggi di Piero Salviati, fece intorno a una camera
               molti  quadri,  chiusi  da  ornamenti  di  noce,  per  ricignimento  e

               spalliera,  con  molte  figure  e  vivissime  e  belle.  Similmente  in  casa
               Pucci  fece  di  figure  piccole  la  novella  del  Boccaccio  di  Nastagio
               degl'Onesti, in quattro quadri, di pittura molto vaga e bella et in un
               tondo  l'Epifania.  Ne'  monaci  di  Cestello  a  una  cappella  fece  una
               tavola d'una Annunziata. In S. Pietro Maggiore alla porta del fianco,

               fece una tavola per Matteo Palmieri con infinito numero di figure, cioè
               la assunzione di Nostra Donna con le zone de' cieli come son figurate,
               i Patriarchi, i Profeti, gl'Apostoli, gli Evangelisti, i Martiri, i Confessori, i

               Dottori,  le  Vergini  e  le  Gerarchie,  e  tutto  col  disegno  datogli  da
               Matteo,  ch'era  litterato  e  valent'uomo.  La  quale  opera  egli  con
               maestria e finitissima diligenza dipinse; èvvi ritratto appiè Matteo in
               ginocchioni e la sua moglie ancora. Ma con tutto che questa opera sia
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