Page 647 - Giorgio Vasari
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vedendo, se n'andarono al magistrato degli otto portando il contratto.
Per il che mostrarono i Tornabuoni esservi posta nel più evidente et
onorato luogo di quell'opera, e benché quelli esclamassino che ella
non si vedeva, fu lor detto che eglino avevano il torto, e che avendola
fatta metter in così onorato luogo quanto era quello, essendo vicina
al Santissimo Sagramento, se ne dovevano contentare. E così fu
deciso che dovesse stare, per quel magistrato, come al presente si
vede. Ma se questo paresse ad alcuno fuor delle cose della vita che si
ha da scrivere, non gli dia noia: perché tutto era nel fine del tratto
della mia penna e serve se non ad altro a mostrare quanto la povertà
è preda delle ricchezze; e che le ricchezze acompagnate dalla
prudenzia, conducono a fine e senza biasimo ciò che altri vuole.
Ma per tornare alle belle opere di Domenico, sono in questa cappella,
primieramente nella volta i quattro Evangelisti maggiori del naturale,
e nella pariete della finestra storie di S. Domenico e S. Pietro martire
e S. Giovanni quando va al deserto e la Nostra Donna annunziata
dall'Angelo e molti Santi avvocati di Fiorenza ginocchioni, sopra le
finestre, e dappiè v'è ritratto di naturale Giovanni Tornaboni da man
ritta e la donna sua da man sinistra, che dicono esser molto naturali.
Nella facciata destra sono sette storie, scompartite sei di sotto, in
quadri grandi quanto tien la facciata; et una ultima di sopra, larga
quanto son due istorie e quanto serra l'arco della volta, e nella
sinistra altrettante di S. Giovanni Batista. La prima della facciata
destra è quando Giovacchino fu cacciato dal tempio, dove si vede nel
volto di lui espressa la pacienzia come in quel di coloro il dispregio e
l'odio che i Giudei avevano a quelli che senza avere figliuoli venivano
al tempio; e sono in questa storia, da la parte verso la finestra,
quattro uomini ritratti di naturale, l'un de' quali, cioè quello che è
vecchio e raso et in cappuccio rosso, è Alesso Baldovinetti, maestro di
Domenico nella pittura e nel musaico; l'altro che è in capegli e che si
tiene una mano al fianco et ha un mantello rosso e sotto una
vesticciuola azzurra, è Domenico stesso, maestro dell'opera, ritrattosi
in uno specchio da se medesimo; quello che ha una zazzera nera con
certe labbra grosse, è Bastiano da S. Gimignano suo discepolo e
cognato, e l'altro che volta le spalle et ha un berrettino in capo, è