Page 645 - Giorgio Vasari
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martella saette a Giove. Et in Fiorenza nella chiesa d'Ogni Santi, a
               concorrenza di Sandro di Botticello, dipinse a fresco un San Girolamo
               che oggi è allato alla porta che va in coro, intorno al quale fece una
               infinità di instrumenti di libri da persone studiose.

               Questa  pittura  insieme  con  quella  di  Sandro  di  Botticello,  essendo
               occorso a' frati levare il coro del luogo dove era, è stata allacciata con

               ferri  e  trapportata  nel  mezzo  della  chiesa  senza  lesione,  in  questi
               proprii giorni che queste vite la seconda volta si stampano. Dipinse
               ancora  l'arco  sopra  la  porta  di  S.  Maria  Ughi  et  un  tabernacolino
               all'Arte  de'  Linaiuoli,  similmente  un  S.  Giorgio  molto  bello,  che

               ammazza  il  serpente,  nella  medesima  chiesa  d'Ogni  Santi.  E  per  il
               vero  egli  intese  molto  bene  il  modo  del  dipignere  in  muro  e
               facilissimamente  lo  lavorò;  essendo  nientedimanco  nel  comporre  le
               sue cose molto leccato. Essendo poi chiamato a Roma da papa Sisto

               IIII a dipignere con altri maestri la sua cappella, vi dipinse quando
               Cristo chiama a sé dalle reti Pietro et Andrea, e la Resurressione di
               esso  Gesù  Cristo,  della  quale  oggi  è  guasta  la  maggior  parte  per
               essere ella sopra la porta respetto a lo avervisi avuto a rimetter uno

               architrave  che  rovinò.  Era  in  questi  tempi  medesimi  in  Roma,
               Francesco  Tornabuoni  onorato  e  ricco  mercante  et  amicissimo  di
               Domenico,  al  quale  essendo  morta  la  donna  sopra  parto,  come  s'è
               detto in Andrea Verrochio, et avendo, per onorarla come si convenia

               alla nobiltà loro, fattole fare una sepoltura nella Minerva, volle anco
               che Domenico dipignesse tutta la faccia dove ell'era sepolta, et oltre
               a questo vi facesse una piccola tavoletta a tempera, laonde in quella
               pariete  fece  quattro  storie:  dua  di  S.  Giovanni  Batista  e  due  della

               Nostra  Donna;  le  quali  veramente  gli  furono  allora  molto  lodate.  E
               provò  Francesco  tanta  dolcezza  nella  pratica  di  Domenico,  che
               tornandosene  quello  a  Fiorenza  con  onore  e  con  danari,  lo
               raccomandò per lettere a Giovanni suo parente, scrivendoli quanto e'

               lo avesse servito bene in quell'opera e quanto il papa fusse satisfatto
               de  le  sue  pitture.  Le  quali  cose  udendo  Giovanni,  cominciò  a
               disegnare  di  metterlo  in  qualche  lavoro  magnifico  da  onorare  la
               memoria  di  se  medesimo  e  da  arrecare  a  Domenico  fama  e

               guadagno. Era per avventura in S. Maria Novella, convento de' frati
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