Page 644 - Giorgio Vasari
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a Ottaviano imperatore, che per opera in fresco è molto praticamente
               condotta  e  con  una  allegrezza  di  colori  molto  vaghi.  Et  insieme
               accompagnò questo lavoro con una tavola pur di sua mano, lavorata
               a tempera; quale ha dentro una natività di Cristo da far maravigliare
               ogni persona intelligente, dove ritrasse se medesimo e fece alcune

               teste  di  pastori  che  sono  tenute  cosa  divina.  Della  quale  Sibilla  e
               d'altre cose di quell'opera, sono nel nostro libro disegni bellissimi fatti
               di  chiaro  scuro,  e  particolarmente  la  prospettiva  del  ponte  a  S.

               Trinita. Dipinse a' frati Ingesuati una tavola per l'altar maggiore con
               alcuni Santi ginocchioni, cioè S. Giusto vescovo di Volterra, che era
               titolo  di  quella  chiesa,  S.  Zanobi  vescovo  di  Firenze,  un  angelo
               Raffaello  et  un  San  Michele  armato  di  bellissime  armadure  et  altri
               Santi. E nel vero merita in questo lode Domenico, perché fu il primo

               che  cominciasse  a  contrafar  con  i  colori  alcune  guernizioni  et
               ornamenti d'oro, che insino allora non si erano usate; e levò via in
               gran  parte  quelle  fregiature  che  si  facevano  d'oro  a  mordente  o  a

               bolo, le quali erano più da drappelloni che da maestri buoni. Ma più
               che l'altre figure è bella la Nostra Donna che ha il Figliuolo in collo e
               quattro Angioletti a torno; questa tavola, che per cosa a tempera non
               potrebbe meglio esser lavorata, fu posta allora fuor della porta a Pinti
               nella chiesa di que' frati; ma perché ella fu poi, come si dirà altrove,

               rovinata, ell'è oggi nella chiesa di S. Giovannino dentro alla porta a S.
               Pier Gattolini, dove è il convento di detti Ingiesuati. E nella chiesa di
               Cestello  fece  una  tavola  finita  da  David  e  Benedetto  suoi  fratelli,

               dentrovi la visitazione di Nostra Donna, con alcune teste di femmine
               vaghissime e bellissime. Nella chiesa degl'Innocenti fece a tempera
               una tavola de' Magi, molto lodata, nella quale sono teste bellissime
               d'aria  e  di  fisonomia  varie,  così  di  giovani  come  di  vecchi;  e
               particularmente  nella  testa  della  Nostra  Donna  si  conosce  quella

               onesta bellezza e grazia, che nella madre del Figliuol di Dio può esser
               fatta dall'arte. Et in S. Marco al tramezzo della chiesa, un'altra tavola,
               e nella forestieria un cenacolo con diligenza l'uno e l'altro condotto:

               et  in  casa  di  Giovanni  Tornabuoni  un  tondo  con  la  storia  de'  Magi,
               fatto con diligenza. Allo spedaletto per Lorenzo Vecchio de' Medici, la
               storia  di  Vulcano,  dove  lavorano  molti  ignudi  fabricando  con  le
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