Page 642 - Giorgio Vasari
P. 642
VITA DI DOMENICO GHIRLANDAIO PITTORE FIORENTINO
Domenico di Tommaso del Ghirlandaio, il quale per la virtù e per la
grandezza e per la moltitudine dell'opere si può dire uno de' principali
e più eccellenti maestri dell'età sua, fu dalla natura fatto per esser
pittore; e per questo non obstante la disposizione in contrario di chi
l'avea in custodia (che molte volte impedisce i grandissimi frutti degli
ingegni nostri occupandoli in cose dove non sono atti, deviandoli da
quelle in che sono naturati), sequendo l'instinto naturale fece a sé
grandissimo onore et utile all'arte et a' suoi, e fu diletto grande della
età sua. Questi posto dal padre all'arte sua dell'orafo, nella quale egli
era più che ragionevole maestro, e di sua mano erono la maggior
parte de' voti di argento, che già si conservavano nell'armario della
Nunziata, e le lampade d'argento della cappella, tutte disfatte
nell'assedio della città l'anno 1529. Fu Tommaso il primo che trovassi
e mettessi in opera quell'ornamento del capo delle fanciulle
fiorentine, che si chiamano ghirlande, donde ne acquistò il nome del
Ghirlandaio, non solo per esserne lui il primo inventore, ma per
averne anco fatto un numero infinito e di rara bellezza, tal che non
parea piacessin se non quelle che della sua bottega fussero uscite.
Posto, dunque, all'arte dell'orefice, non piacendoli quella, non restò di
continuo di disegnare. Per che, essendo egli dotato dalla natura d'uno
spirito perfetto e d'un gusto mirabile e giudicioso nella pittura,
quantunque orafo nella sua fanciullezza fosse, sempre al disegno
attendendo, venne sì pronto e presto e facile, che molti dicono che
mentre che all'orefice dimorava, ritraendo ogni persona che da
bottega passava, li faceva subito somigliare: come ne fanno fede
ancora nell'opere sue infiniti ritratti, che sono di similitudini vivissime.
Furono le sue prime pitture in Ogni Santi la cappella de' Vespucci,
dov'è un Cristo morto et alcuni Santi, e sopra uno arco una
Misericordia, nella quale è il ritratto di Amerigo Vespucci che fece le
navigazioni dell'Indie: e nel refettorio di detto luogo fece un cenacolo
a fresco. Dipinse in S. Croce all'entrata della chiesa a man destra, la