Page 625 - Giorgio Vasari
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VITA DEL CECCA INGEGNERE FIORENTINO



               Se la necessità non avesse sforzati gl'uomini ad essere ingegnosi per
               la  utilità  e  comodo  proprio,  non  sarebbe  l'architettura  divenuta  sì
               eccellente e maravigliosa nelle menti e nelle opere di coloro che per
               acquistarsi  et  utile  e  fama,  si  sono  esercitati  in  quella  con  tanto

               onore,  quanto  giornalmente  si  rende  loro  da  chi  conosce  il  buono.
               Questa  necessità  primeramente  indusse  le  fabbriche,  questa  gli
               ornamenti di quella, questa gli ordini, le statue, i giardini, i bagni e
               tutte  quelle  altre  comodità  suntuose,  che  ciascuno  brama  e  pochi

               posseggono; questa nelle menti degl'uomini ha eccitato la gara e le
               concorrenzie  non  solamente  degli  edifizii,  ma  delle  comodità  di
               quegli;  per  il  che  sono  stati  forzati  gl'artefici  a  divenire  industriosi
               negli ordini de' tirari, nelle machine da guerra, negli edifizii da acque

               et  in  tutte  quelle  avvertenzie  et  accorgimenti,  che  sotto  nome  di
               ingegni e di architetture, disordinando gli adversarii et accomodando
               gli amici, fanno e bello comodo il mondo. E qualunche sopra gli altri
               ha  saputo  fare  queste  cose,  oltra  lo  essere  uscito  d'ogni  sua  noia,

               sommamente  è  stato  lodato  e  pregiato  da  tutti  gl'altri;  come  al
               tempo  de'  padri  nostri  fu  il  Cecca  fiorentino  al  quale  ne'  dì  suoi
               vennero in mano molte cose e molto onorate; et in quelle si portò
               egli tanto bene nel servigio della patria sua, operando con risparmio

               e  sodisfazzione  e  grazia  de'  suoi  cittadini,  che  le  ingegnose  et
               industriose  fatiche  sue  lo  hanno  fatto  famoso  e  chiaro  fra  gl'altri
               egregi e lodati artefici.

               Dicesi  che  il  Cecca  fu  nella  sua  giovinezza  legnaiuolo  bonissimo;  e
               perché egli aveva applicato tutto lo intento suo a cercare di sapere le
               difficultà  degli  ingegni:  come  si  può  condurre  ne'  campi  de'  soldati

               machine da muraglie, scale da salire nelle città, arieti da rompere le
               mura, difese da riparare i soldati per combattere, et ogni cosa che
               nuocere  potesse  agli  inimici,  e  quelle  che  a'  suoi  amici  potessero

               giovar,  essendo  egli  persona  di  grandissima  utilità  alla  patria  sua,
               meritò che la Signoria di Fiorenza gli desse provisione continua. Per il
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