Page 624 - Giorgio Vasari
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attese vivendo assai agiatamente a lavorare al solito, avendo in sua
compagnia quel Piero che fu sempre chiamato Piero di Cosimo, suo
discepolo; il quale gli aiutò lavorare a Roma nella cappella di Sisto, e
vi fece oltre all'altre cose un paese, dove è dipinta la predica di
Cristo, che è tenuto la miglior cosa che vi sia. Stette ancor seco
Andrea di Cosimo et attese assai alle grottesche.
Essendo finalmente Cosimo vivuto anni 68, consumato da una lunga
infirmità si morì l'anno 1484 e dalla Compagnia del Bernardino fu
seppellito in S. Croce.
Dilettossi costui in modo dell'alchimia, che vi spese vanamente, come
fanno tutti coloro che v'attendono, ciò che egli aveva. Intanto che
vivo lo consumò et allo stremo l'aveva condotto, d'agiato che egli era,
poverissimo. Disegnò Cosimo benissimo, come si può vedere nel
nostro libro, non pure nella carta dove è disegnata la storia della
predicazione sopra detta che fece nella cappella di Sisto, ma ancora
in molte altre fatte di stile e di chiaro scuro. Et il suo ritratto avemo
nel detto libro di mano d'Agnolo di Donnino pittore e suo amicissimo.
Il quale Agnolo fu molto diligente nelle cose sue, come, oltre ai
disegni, si può vedere nella loggia dello spedale di Bonifazio dove,
nel peduccio d'una volta, è una Trinità di sua mano a fresco, et
accanto alla porta del detto spedale, dove oggi stanno gli
abandonati, sono dipinti dal medesimo certi poveri e lo spedaliere
che gli raccetta, molto ben fatti, e similmente alcune donne. Visse
costui stentando e perdendo tutto il tempo dietro ai disegni, senza
mettere in opera; et in ultimo si morì essendo povero quanto più non
si può essere.
Di Cosimo, per tornare a lui, non rimase altri che un figliuolo, il quale
fu muratore et architetto ragionevole.