Page 620 - Giorgio Vasari
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dunque ritrasse a Messer Pietro Bembo prima che andasse a star con
papa Leone Decimo, una sua inamorata, così vivamente che meritò
esser da lui, sì come fu Simon Sanese dal primo Petrarca fiorentino,
da questo secondo viniziano, celebrato nelle sue rime, come in quel
sonetto:
O imagine mia celeste e pura,
dove nel principio del secondo quadernario dice:
Credo che 'l mio Bellin con la figura,
e quello che seguita; e che maggior premio possono gl'artefici nostri
disiderare delle lor fatiche, che essere dalle penne de' poeti illustri
celebrati? Sì com'è anco stato l'eccellentissimo Tiziano dal dottissimo
Messer Giovanni della Casa, in quel sonetto che comincia:
Ben veggio, Tiziano, in forme nuove,
et in quell'altro
Son queste, Amor, le vaghe treccie bionde.
Non fu il medesimo Bellino dal famosissimo Ariosto nel principio del
XXXIII canto d'Orlando Furioso, fra i migliori pittori della sua età
annoverato?
Ma per tornare all'opere di Giovanni, cioè alle principali, perché
troppo sarei lungo s'io volessi far menzione de' quadri e de' ritratti
che sono per le case de' gentiluomini di Vinezia et in altri luoghi di
quello stato, dico che fece in Arimino al signor Sigismondo Malatesti,
in un quadro grande, una Pietà con due puttini che la reggono, la