Page 623 - Giorgio Vasari
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tavola, nel mezzo S. Croce, e dagli lati S. Marco, S. Giovanni
Evangelista, S. Antonino arcivescovo di Firenze et altre figure.
Chiamato poi con gl'altri pittori all'opera che fece Sisto Quarto
pontefice, nella cappella del palazzo, in compagnia di Sandro
Botticello, di Domenico Ghirlandaio, dell'abbate di S. Clemente, di
Luca da Cortona e di Piero Perugino, vi dipinse di sua mano tre storie,
nelle quali fece la sommersione di faraone nel mar Rosso, la predica
di Cristo ai popoli lungo il mare di Tiberiade e l'ultima cena
degl'Apostoli col Salvatore, nella quale fece una tavola a otto facce
tirate in prospettiva, e sopra quella, in otto facce simili, il palco che
gira in otto angoli, dove molto bene scortando, mostrò d'intendere
quanto gl'altri quest'arte. Dicesi che il papa aveva ordinato un
premio, il quale si aveva a dar a chi meglio in quelle pitture avesse, a
giudizio d'esso pontefice, operato. Finite dunque le storie, andò Sua
Santità a vederle quando ciascuno de' pittori si era ingegnato di far sì
che meritasse il detto premio e l'onore. Aveva Cosimo, sentendosi
debole d'invenzione e di disegno, cercato di occultare il suo deffetto
con far coperta all'opera di finissimi azzurri oltramarini e d'altri vivaci
colori, e con molto oro illuminata la storia, onde né albero, né erba,
né panno, né nuvolo vi era che lumeggiato non fusse, facendosi a
credere che il papa, come poco di quell'arte intendente, dovesse
perciò dare a lui il premio della vittoria. Venuto il giorno che si
dovevano l'opere di tutti scoprire, fu veduta anco la sua, e con molte
risa e motti di tutti gl'altri artefici schernita e beffata, uccellandolo
tutti in cambio d'avergli compassione. Ma gli scherniti finalmente
furono essi, perciò che que' colori, sì come si era Cosimo imaginato, a
un tratto così abbagliarono gl'occhi del papa che non molto
s'intendeva di simili cose, ancora che se ne dilettasse assai, che
giudicò Cosimo avere molto meglio di tutti gl'altri operato; e così
fattogli dare il premio, comandò agl'altri che tutti coprissero le loro
pitture dei migliori azzurri che si trovassero e le toccassino d'oro;
acciò che fussero simili a quelle di Cosimo nel colorito e nell'essere
ricche. Laonde i poveri pittori disperati d'avere a sodisfare alla poca
intelligenza del Padre Santo, si diedero a guastare quanto avevano
fatto di buono. Onde Cosimo si rise di coloro che poco inanzi si erano
riso del fatto suo. Dopo, tornatosene a Firenze con qualche soldo,