Page 614 - Giorgio Vasari
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sempre dopo, come cosa bellissima. Da queste lodatissime opere
mossi, alcuni gentiluomini cominciarono a ragionare che sarebbe ben
fatto, con l'occasione di così rari maestri, fare un ornamento di storie
nella sala del gran consiglio, nelle quali si dipignessero le onorate
magnificenze della loro maravigliosa città, le grandezze, le cose fatte
in guerra, l'imprese et altre cose somiglianti, degne di essere
rappresentate in pittura alla memoria di coloro che venisseno; acciò
che all'utile e piacere che si trae dalle storie che si leggono, si
aggiugnesse trattenimento all'occhio et all'intelletto parimente, nel
vedere da dottissima mano fatte l'imagini di tanti illustri signori, e
l'opere egregie di tanti gentiluomini, dignissimi d'eterna fama e
memoria. A Giovanni dunque e Gentile, che ogni giorno andavano
acquistando maggiormente, fu ordinato da chi reggeva che si
allogasse quest'opera, e commesso che quanto prima se le desse
principio. Ma è da sapere che Antonio Viniziano, come si disse nella
vita sua, molto innanzi aveva dato principio a dipignere la medesima
sala, e vi aveva fatto una grande storia, quando dall'invidia d'alcuni
maligni fu forzato a partirsi e non seguitare altramente quella
onoratissima impresa. Ora Gentile, o per avere miglior modo e più
pratica nel dipignere in tela che a fresco, o qualunche altra si fusse la
cagione, adoperò di maniera che con facilità ottenne di fare
quell'opera non in fresco, ma in tela. E così messovi mano, nella
prima fece il papa che presenta al doge un cero, perché lo portasse
nella solennità di processioni che s'avevano a fare. Nella quale opera
ritrasse Gentile tutto il difuori di S. Marco et il detto papa fece ritto in
pontificale con molti prelati dietro, e similmente il doge diritto,
accompagnato da molti senatori. In un'altra parte fece prima quando
l'imperatore Barbarossa riceve benignamente i legati viniziani, e di
poi quando tutto sdegnato si prepara alla guerra, dove sono
bellissime prospettive et infiniti ritratti di naturale, condotti con
bonissima grazia et in gran numero di figure. Nell'altra che seguita,
dipinse il papa che conforta il doge et i signori veneziani ad armare a
comune spesa trenta galee, per andare a combattere con Federigo
Barbarossa. Stassi questo papa in una sedia pontificale in roccetto et
ha il doge accanto, e molti senatori abbasso. Et anco in questa parte
ritrasse Gentile, ma in altra maniera, la piazza e la facciata di S.