Page 613 - Giorgio Vasari
P. 613

Gentile,  considerandosi  l'infinità  delle  figure,  i  molti  ritratti  di
               naturale,  il  diminuire  delle  figure  che  sono  lontane  et  i  ritratti
               particolarmente  di  quasi  tutti  gl'uomini  che  allora  erano  di  quella
               scuola  o  vero  Compagnia;  et  in  ultimo  vi  è  fatto,  con  molte  belle
               considerazioni, quando si ripone la detta croce. Le quali tutte storie,

               dipinte nei sopra detti quadri di tela, arecarono a Gentile grandissimo
               nome.

               Ritiratosi  poi  affatto  Iacopo  da  sé,  e  così  ciascuno  de'  figliuoli,
               attendeva ciascuno di loro agli studi dell'arte. Ma di Iacopo non farò
               altra  menzione,  perché  non  essendo  state  l'opere  sue  rispetto  a

               quelle de' figliuoli straordinarie et essendosi non molto dopo che da
               lui si ritirarono i figliuoli, morto, giudico esser molto meglio ragionare
               a lungo di Giovanni e Gentile solamente. Non tacerò già che se bene
               si ritirarono questi fratelli a vivere ciascuno da per sé, che nondimeno

               si  ebbero  in  tanta  reverenza  l'un  l'altro,  et  ambidue  il  padre,  che
               sempre  ciascuno  di  loro  celebrando  l'altro,  si  faceva  inferiore  di
               meriti; e così modestamente cercavano di sopravanzare l'un l'altro,
               non meno in bontà e cortesia, che nell'eccellenza dell'arte. Le prime

               opere  di  Giovanni  furono  alcuni  ritratti  di  naturale  che  piacquero
               molto,  e  particolarmente  quello  del  doge  Loredano,  se  bene  altri
               dicono essere stato Giovanni Mozzenigo, fratello di quel Piero che fu
               doge molto inanzi a esso Loredano. Fece dopo Giovanni una tavola

               nella  chiesa  di  S.  Giovanni,  all'altare  di  S.  Caterina  da  Siena,  nella
               quale, che è assai grande, dipinse la Nostra Donna a sedere col Putto
               in collo, S. Domenico, S. Ieronimo, S. Caterina, S. Orsola e due altre
               vergini; et a' piedi della Nostra Donna fece tre putti ritti, che cantano

               a  un  libro,  bellissimo.  Di  sopra  fece  lo  sfondato  d'una  volta  in  un
               casamento che è molto bello; la qual opera fu delle migliori che fusse
               stata fatta insino allora in Venezia. Nella chiesa di S. Iobbe dipinse il
               medesimo  all'altar  di  esso  Santo,  una  tavola  con  molto  disegno  e

               bellissimo colorito, nella quale fece in mezzo, a sedere un poco alta,
               la Nostra Donna col Putto in collo, e S. Iobbe e S. Bastiano nudi; et
               appresso S. Domenico, S. Francesco, S. Giovanni e S. Agostino, e da
               basso tre putti che suonano con molta grazia, e questa pittura fu non

               solo  lodata  allora  che  fu  vista  di  nuovo,  ma  è  stata  similmente
   608   609   610   611   612   613   614   615   616   617   618