Page 610 - Giorgio Vasari
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vedessino, fu molto odiato in Bologna dai pittori di quella città, i quali
per invidia hanno sempre portato odio ai forestieri che vi sono stati
condotti a lavorare; et il medesimo fanno anco alcuna volta fra loro
stessi, nelle concorrenze; benché questo è quasi particolar vizio de'
professori di queste nostre arti in tutti i luoghi. S'accordarono dunque
una volta alcuni pittori bolognesi con un legnaiuolo, e per mezzo suo
si rinchiusero in chiesa vicino alla cappella che Ercole lavorava; e la
notte seguente, entrati in quella per forza, non pure non si
contentarono di veder l'opera, il che doveva bastar loro, ma gli
rubarono tutti i cartoni, gli schizzi, i disegni et ogni altra cosa che vi
era di buono. Per la qual cosa si sdegnò in maniera Ercole, che finita
l'opera si partì di Bologna senza punto dimorarvi; e seco ne menò il
duca Tagliapietra, scultore molto nominato, il quale in detta opera
che Ercole dipinse intagliò di marmo que' bellissimi fogliami che sono
nel parapetto, dinanzi a essa cappella, et il quale fece poi in Ferrara
tutte le finestre di pietra del palazzo del Duca, che sono bellissime.
Ercole dunque, infastidito finalmente dallo star fuori di casa, se ne
stette poi sempre in Ferrara in compagnia di colui e fece in quella
città molte opere. Piaceva a Ercole il vino straordinariamente, perché
spesso inebriandosi fu cagione di accortarsi la vita, la quale avendo
condotta senza alcun male insino agl'anni quaranta, gli cadde un
giorno la gocciola, di maniera che in poco tempo gli tolse la vita.
Lasciò Guido bolognese pittore, suo creato, il quale l'anno 1491,
come si vede dove pose il nome suo sotto il portico di S. Piero a
Bologna, fece a fresco un Crucifisso, con le Marie, i ladroni, i cavalli et
altre figure ragionevoli. E perché egli disiderava sommamente di
venire stimato in quella città come era stato il suo maestro, studiò
tanto e si sottomise a tanti disagi, che si morì di trentacinque anni. E
se si fusse messo Guido a imparare l'arte da fanciullezza, come vi si
mise d'anni diciotto, arebbe non pur pareggiato il suo maestro senza
fatica, ma passatolo ancora di gran lunga. E nel nostro libro sono
disegni di mano di Ercole e di Guido, molto ben fatti e tirati con
grazia e buona maniera, etc.
FINE DELLA VITA D'ERCOLE DA FERRARA, PITTORE