Page 609 - Giorgio Vasari
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lei, perché si veggiono tutte compassionevoli, e nell'aspetto tanto
piene di dolore quanto appena è possibile imaginarsi nel vedersi
morte inanzi le più care cose che altri abbia, e stare in perdita delle
seconde. Tra l'altre cose notabili ancora che vi sono, vi è un Longino a
cavallo sopra una bestia secca in iscorto, che ha rilievo grandissimo,
et in lui si conosce la impietà nell'avere aperto il costato di Cristo, e
la penitenza e conversione nel trovarsi ralluminato. Similmente in
strana attitudine figurò alcuni soldati che si giuocano la veste di
Cristo, con modi bizzarri di volti et abbigliamenti di vestiti. Sono anco
ben fatti e con belle invenzioni, i ladroni che sono in croce; e perché
si dilettò Ercole assai di fare scorti, i quali quando sono bene intesi
sono bellissimi, egli fece in quell'opera un soldato a cavallo che
levate le gambe dinanzi in alto, viene in fuori di maniera che pare di
rilievo; e perché il vento fa piegare una bandiera che egli tiene in
mano, per sostenerla fa una forza bellissima. Fecevi anco un S.
Giovanni che rinvolto in un lenzuolo si fugge. I soldati parimente, che
sono in questa opera, sono benissimo fatti e con le più naturali e
proprie movenze, che altre figure che insino allora fussono state
vedute, le quali tutte attitudini e forze che quasi non si possono far
meglio, mostrano che Ercole aveva grandissima intelligenza e si
affaticava nelle cose dell'arte.
Fece il medesimo, nella facciata che è dirimpetto a questa, il transito
di Nostra Donna, la quale è dagl'apostoli circondata con attitudini
bellissime, e fra essi sono sei persone ritratte di naturale tanto bene,
che quegli che le conobbero affermano che elle sono vivissime.
Ritrasse anco nella medesima opera se medesimo e Domenico
Garganelli padrone della cappella, il quale per l'amore che portò a
Ercole e per le lodi che sentì dare a quell'opera, finita ch'ella fu, gli
donò mille lire di bolognini. Dicono che Ercole mise nel lavoro di
questa opera dodici anni: sette per condurla a fresco e cinque in
ritoccarla a secco. Ben è vero che in quel mentre fece alcune altre
cose e particolarmente, che si sa, la predella dell'altar maggiore di
San Giovanni in Monte, nella quale fece tre storie della Passion di
Cristo. E perché Ercole fu di natura fantastico, e massimamente
quando lavorava, avendo per costume che né pittori né altri lo