Page 600 - Giorgio Vasari
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maestro, per la bella grazia che dava alle teste delle femmine e de'
               putti e d'ogni sua figura, parendoli al suo giudizio meglio della natura,
               esercitò et andò dietro a quella, abandonando e tenendo cosa inutile
               le naturali; onde fu più graziato che fondato nell'arte.

               Nel monte dunque di Fiesole, già città antichissima vicino a Fiorenza,
               nacque  Mino  di  Giovanni  scultore,  il  quale  posto  a  l'arte  dello

               squadrar  le  pietre  con  Desiderio  da  Settignano,  giovane  eccellente
               nella  scultura,  come  inclinato  a  quel  mestiero,  imparò,  mentre
               lavorava le pietre squadrate, a far di terra dalle cose che aveva fatte
               di marmo Desiderio sì simili, che egli vedendolo volto a far profitto in

               quell'arte  lo  tirò  innanzi,  e  lo  messe  a  lavorare  di  marmo  sopra  le
               cose  sue,  nelle  quali  con  una  osservanza  grandissima  cercava  di
               mantenere la bozza di sotto; né molto tempo andò seguitando che
               egli si fece assai pratico in quel mestiero, del che se ne sodisfaceva

               Desiderio  infinitamente,  ma  più  Mino  dell'amorevolezza  di  lui,
               vedendo che continuamente gli insegnava a guardarsi dagl'errori che
               si possono fare in quell'arte; mentre che egli era per venire in quella
               professione eccellente, la disgrazia sua volse che Desiderio passasse

               a miglior vita; la qual perdita fu di grandissimo danno a Mino il quale
               come disperato si partì da Fiorenza e se ne andò a Roma, et aiutando
               a'  maestri  che  lavoravano  allora  opere  di  marmo  e  sepolture  di
               cardinali, che andorono in San Pietro di Roma, le quali sono oggi ite

               per  terra  per  la  nuova  fabbrica,  fu  conosciuto  per  maestro  molto
               prattico  e  sufficiente,  e  gli  fu  fatto  fare  dal  cardinale  Guglielmo
               Destovilla, che li piaceva la sua maniera, l'altare di marmo dove è il
               corpo di S. Girolamo nella chiesa di S. Maria Maggiore, con istorie di

               basso rilievo della vita sua, le quali egli condusse a perfezione e vi
               ritrasse quel cardinale. Facendo poi papa Paulo II veneziano fare il
               suo palazzo a S. Marco, vi si adoperò Mino in fare cert'arme. Dopo
               morto quel papa, a Mino fu fatto alogazione della sua sepoltura, la

               quale egli dopo due anni diede finita e murata in S. Pietro, che fu
               allora tenuta la più ricca sepoltura che fusse stata fatta d'ornamenti e
               di figure, a pontefice nessuno, la quale da Bramante fu messa in terra
               nella  rovina  di  S.  Piero,  e  quivi  stette  sotterrata  fra  i  calcinacci

               parecchi anni, e nel MDXLVII fu fatta rimurare d'alcuni veneziani in S.
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