Page 596 - Giorgio Vasari
P. 596
VITA DI DESIDERIO DA SETTIGNANO SCULTORE
Grandissimo obligo hanno al cielo et alla natura coloro che senza
fatiche partoriscono le cose loro, con una certa grazia che non si può
dare alle opere che altri fa, né per istudio né per imitazione; ma è
dono veramente celeste che piove in maniera su quelle cose, che elle
portano sempre seco tanta leggiadria e tanta gentilezza, che elle
tirano a sé non solamente quegli ch'intendono il mestiero, ma molti
altri ancora che non sono di quella professione; e nasce ciò dalla
facilità del buono che non si rende aspro e duro agl'occhi, come le
cose stentate e fatte con difficultà, molte volte si rendono; la qual
grazia e simplicità, che piace universalmente e da ognuno è
conosciuta, hanno tutte l'opere che fece Desiderio, il quale dicono
alcuni che fu da Settignano, luogo vicino a Fiorenza due miglia, alcuni
altri lo tengono fiorentino; ma questo rilieva nulla, per essere sì poca
distanza da l'un luogo all'altro. Fu costui imitatore della maniera di
Donato, quantunque da la natura avesse egli grazia grandissima e
leggiadria nelle teste. E veggonsi l'arie sue di femmine e di fanciulli,
con delicata, dolce e vezzosa maniera aiutate tanto dalla natura che
inclinato a questo lo aveva, quanto era ancora da lui esercitato
l'ingegno dall'arte. Fece nella sua giovanezza il basamento del David
di Donato, ch'è nel palazzo del duca di Fiorenza, nel quale Desiderio
fece di marmo alcune arpie bellissime et alcuni viticci di bronzo molto
graziosi e bene intesi, e nella facciata della casa de' Gianfigliazzi
un'arme grande con un lione, bellissima, et altre cose di pietra, le
quali sono in detta città. Fece nel Carmine alla cappella de' Brancacci
uno Agnolo di legno; et in S. Lorenzo finì di marmo la cappella del
Sacramento, la quale egli con molta diligenza condusse a
perfezzione. Eravi un fanciullo di marmo tondo, il qual fu levato, et
oggi si mette in sull'altar per le feste della Natività di Cristo, per cosa
mirabile; in cambio del quale ne fece un altro Baccio da Montelupo, di
marmo pure, che sta continuamente sopra il tabernacolo del
Sacramento. In S. Maria Novella fece di marmo la sepoltura della
Beata Villana, con certi Angioletti graziosi, e lei vi ritrasse di naturale