Page 604 - Giorgio Vasari
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VITA DI LORENZO COSTA FERRARESE PITTORE


               Se bene in Toscana più che in tutte l'altre provincie d'Italia e forse

               d'Europa, si sono sempre esercitati gl'uomini nelle cose del disegno,
               non  è  per  questo  che  nell'altre  provincie  non  si  sia  d'ogni  tempo
               risvegliato qualche ingegno, che nelle medesime professioni sia stato

               raro et eccellente, come si è in fin qui in molte vite dimostrato, e più
               si mostrerà per l'avvenire. Ben è vero che dove non sono gli studi e
               gl'uomini,  per  usanza  inclinati  ad  imparare,  non  se  ne  può  né  così
               tosto, né così eccellente divenire, come in que' luoghi si fa, dove a
               concorrenza si esercitano e studiano gl'artefici di continuo. Ma tosto

               che uno o due cominciano, pare che sempre avenga che molti altri
               (tanta  forza  ha  la  virtù)  s'ingegnino  di  seguitargli  con  onore  di  se
               stessi e delle patrie loro.

               Lorenzo Costa ferrarese, essendo da natura inclinato alle cose della
               pittura  e  sentendo  esser  celebre  e  molto  reputato  in  Toscana  fra'
               Filippo, Benozzo et altri, se ne venne in Firenze per vedere l'opere

               loro; e qua arrivato, perché molto gli piacque la maniera loro, ci si
               fermò per molti mesi, ingegnandosi quanto potette il più d'imitargli e
               particolarmente  nel  ritrarre  di  naturale;  il  che  così  felicemente  gli

               riuscì, che tornato alla patria (se bene ebbe la maniera un poco secca
               e tagliente) vi fece molto opere lodevoli, come si può vedere nel coro
               della chiesa di S. Domenico in Ferrara, che è tutto di sua mano dove
               si conosce la diligenza che egli usò nell'arte, e che egli mise molto
               studio nelle sue opere. E nella guardaroba del signor Duca di Ferrara

               si veggiono di mano di costui, in molti quadri, ritratti di naturale che
               sono benissimo fatti e molto simili al vivo. Similmente per le case de'
               gentiluomini sono opere di sua mano tenute in molta venerazione. A

               Ravenna, nella chiesa di S. Domenico, alla cappella di S. Bastiano,
               dipinse a olio la tavola, et a fresco alcune storie, che furono molto
               lodate. Di poi condotto a Bologna dipinse in S. Petronio nella cappella
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