Page 595 - Giorgio Vasari
P. 595

terrestre,  vivere  vita  celeste,  angelica  e  santissima  con  dare
               essempio a tutto il cristianesimo et accender gl'animi degl'infedeli al
               vero culto di Dio e di Gesù Cristo benedetto. Ma tanta opera rimase
               imperfetta, anzi quasi non cominciata, per la morte di quel Pontefice;
               e quel poco che n'è fatto, si conosce all'arme sua o che egli usava per

               arme, che erano due chiavi intraversate in campo rosso.

               La quinta delle cinque cose che il medesimo aveva in animo di fare,
               era  la  chiesa  di  San  Piero,  la  quale  aveva  disegnata  di  fare  tanto
               grande, tanto ricca e tanto ornata, che meglio è tacere che metter
               mano  per  non  poter  mai  dirne  anco  una  minima  parte,  e

               massimamente  essendo  poi  andato  male  il  modello  e  statone  fatti
               altri da altri architettori. E chi pure volesse in ciò sapere interamente
               il grand'animo di papa Nicola V, legga quello che Giannozzo Manetti,
               nobile e dotto cittadin fiorentino, scrisse minutissimamente nella vita

               di detto pontefice; il quale oltre gl'altri in tutti i sopra detti disegni si
               servì,  come  si  è  detto,  dell'ingegno  e  molta  industria  di  Bernardo
               Rossellini; Antonio, fratel del quale, per tornare oggi mai donde mi
               partii con sì bella occasione, lavorò le sue sculture circa l'anno 1490.

               E perché quanto l'opere si veggiono piene di diligenza e di difficultà
               gl'uomini restano più ammirati, conoscendosi massimamente queste
               due cose ne' suoi lavori, merita egli e fama et onore, come esempio
               certissimo donde i moderni scultori hanno potuto imparare come si

               deono far le statue, che mediante le difficultà, arrechino lode e fama
               grandissima.  Conciò  sia  che  dopo  Donatello  aggiunse  egli  all'arte
               della scultura una certa pulitezza e fine, cercando bucare e ritondare
               in maniera le sue figure, ch'elle appariscono per tutto e tonde e finite.

               La qual cosa nella scultura infino allora non si era veduta sì perfetta;
               e  perché  egli  primo  l'introdusse,  dopo  lui  nell'età  seguenti  e  nella
               nostra appare maravigliosa.
   590   591   592   593   594   595   596   597   598   599   600