Page 602 - Giorgio Vasari
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dall'intaglio. La quale opera fu cagione che l'abate e' monaci della
Badia di Firenze, nel qual luogo fu collocata la detta sepoltura, gli
dessero a far quella del conte Ugo figliuolo del marchese Uberto di
Madeborgo, il quale lasciò a quella badia molte facultà e privilegii; e
così, desiderosi d'onorarlo il più ch'e' potevano, feciono fare a Mino, di
marmo di Carrara, una sepoltura che fu la più bella opera che Mino
facesse mai; perché vi sono alcuni putti che tengono l'arme di quel
conte, che stanno molto arditamente e con una fanciullesca grazia; et
oltre alla figura del conte morto, con l'effigie di lui ch'egli fece in su la
cassa, è in mezzo sopra la bara, nella faccia, una figura d'una Carità
con certi putti, lavorata molto diligentemente et accordata insieme
molto bene; il simile si vede in una Nostra Donna, in un mezzo tondo
col Putto in collo, la quale fece Mino più simile alla maniera di
Desiderio che potette, e se egli avesse aiutato il far suo con le cose
vive et avesse studiato, non è dubbio che egli arebbe fatto
grandissimo profitto nell'arte. Costò questa sepoltura a tutte sue
spese lire 1600 e la finì nel 1481; della quale acquistò molto onore, e
per questo gli fu allogato a fare nel Vescovado di Fiesole, a una
cappella vicina alla maggiore a man dritta salendo, un'altra sepoltura
per il vescovo Lionardo Salutati, vescovo di detto luogo; nella quale
egli lo ritrasse in pontificale, simile al vivo quanto sia possibile. Fece
per lo medesimo vescovo una testa d'un Cristo di marmo grande
quanto il vivo e molto ben lavorata, la quale fra l'altre cose
dell'eredità rimase allo spedale degl'Innocenti; et oggi l'ha il molto
reverendo don Vincenzio Borghini, priore di quello spedale, fra le sue
più care cose di quest'arti delle quali si diletta quanto più non saprei
dire. Fece Mino nella pieve di Prato un pergamo tutto di marmo, nel
quale sono storie di Nostra Donna condotte con molta diligenza e
tanto ben commesse, che quell'opera par tutta d'un pezzo. È questo
pergamo in sur un canto del coro, quasi nel mezzo della chiesa, sopra
certi ornamenti fatti d'ordine dello stesso Mino; il quale fece il ritratto
di Piero di Lorenzo de' Medici e quello della moglie, naturali e simili
affatto. Queste due teste stettono molti anni sopra due porte in
camera di Piero, in casa Medici, sotto un mezzo tondo; dopo, sono
state ridotte con molti altri ritratti d'uomini illustri di detta casa nella