Page 605 - Giorgio Vasari
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de' Mariscotti, in una tavola, un S. Bastiano saettato alla colonna, con

               molte altre figure, la qual opera per cosa lavorata a tempera fu la
               migliore  che  insino  allora  fusse  stata  fatta  in  quella  città.  Fu  anco
               opera  sua  la  tavola  di  San  Ieronimo  nella  cappella  de'  Castelli  e
               parimente  quella  di  San  Vincenzio,  che  è  similmente  lavorata  a

               tempera,  nella  cappella  de'  Griffoni,  la  predella  della  quale  fece
               dipignere a un suo creato, che si portò molto meglio che non fece egli
               nella  tavola,  come  a  suo  luogo  si  dirà.  Nella  medesima  città  fece

               Lorenzo,  e  nella  chiesa  medesima  alla  cappella  de'  Rossi,  in  una
               tavola, la Nostra Donna, San Iacopo, San Giorgio, San Bastiano e San
               Girolamo, la quale opera è la migliore e di più dolce maniera di qual
               si  voglia  altra  che  costui  facesse  già  mai.  Andato  poi  Lorenzo  al
               servigio  del  signor  Francesco  Gonzaga,  marchese  di  Mantova,  gli

               dipinse nel palazzo di San Sebastiano, in una camera lavorata parte a
               guazzo  e  parte  a  olio,  molte  storie.  In  una  è  la  marchesa  Isabella
               ritratta  di  naturale,  che  ha  seco  molte  signore,  che  con  varii  suoni

               cantando  fanno  dolce  armonia;  in  un'altra  è  la  dea  Latona,  che
               converte, secondo la favola, certi villani in ranocchi; nella terza è il
               marchese Francesco, condotto da Ercole per la via della virtù sopra la
               cima d'un monte consecrato all'eternità; in un altro quadro si vede il
               medesimo Marchese sopra un piedistallo, trionfante con un bastone

               in  mano,  et  intorno  gli  sono  molti  signori  e  servitori  suoi  con
               stendardi in mano, tutti lietissimi e pieni di giubilo per la grandezza di
               lui, fra i quali tutti è un infinito numero di ritratti di naturale. Dipinse

               ancora  nella  sala  grande,  dove  oggi  sono  i  trionfi  di  mano  del
               Mantegna, due quadri, cioè in ciascuna testa uno. Nel primo, che è a
               guazzo, sono molti nudi che fanno fuochi e sacrifizii a Ercole, et in
               questo  è  ritratto  di  naturale  il  Marchese,  con  tre  suoi  figliuoli,
               Federigo,  Ercole  e  Ferrante,  che  poi  sono  stati  grandissimi  et

               illustrissimi signori; vi sono similmente alcuni ritratti di gran donne.
               Nell'altra, che fu fatto a olio molti anni dopo il primo, e che fu quasi
               dell'ultime cose che dipignesse Lorenzo, è il marchese Federigo fatto

               uomo, con un bastone in mano, come generale di Santa Chiesa sotto
               Leone Decimo; et intorno gli sono molti signori ritratti dal Costa di
               naturale.  In  Bologna,  nel  palazzo  di  Messer  Giovanni  Bentivogli,
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