Page 593 - Giorgio Vasari
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Francesco della detta terra, che andava in rovina; a Gualdo rifece si
può dir di nuovo, con l'aggiunta di belle e buone fabriche, la chiesa di
San Benedetto; in Ascesi, la chiesa di S. Francesco, che in certi luoghi
era rovinata et in certi altri minacciava rovina, rifondò
gagliardamente e ricoperse; a Civitavecchia fece molti belli e
magnifici edifizii; a Civita Castellana rifece meglio che la terza parte
delle mura, con buon garbo; a Narni rifece et ampliò di belle e buone
muraglie, la fortezza; a Orvieto fece una gran fortezza con un
bellissimo palazzo, opera di grande spesa e non minore
magnificenza; a Spoleti similmente accrebbe e fortificò la fortezza,
facendovi dentro abitazioni tanto belle e tanto commode e bene
intese, che non si poteva veder meglio. Rassettò i Bagni di Viterbo
con gran spesa e con animo regio, facendovi abitazioni, che non solo
per gl'amalati che giornalmente andavano a bagnarsi sarebbono
state recipienti, ma ad ogni gran prencipe. Tutte queste opere fece il
detto Pontefice col disegno di Bernardo, fuori della città.
In Roma ristaurò et in molti luoghi rinovò le mura della città, che per
la maggior parte erano rovinate, aggiugnendo loro alcune torri e
comprendendo in queste una nuova fortificazione, che fece a Castel
S. Angelo di fuora, e molte stanze et ornamenti che fece dentro.
Parimente aveva il detto Pontefice in animo, e la maggior parte
condusse a buon termine, di restaurare e riedificare, secondo che più
avevano di bisogno, le quaranta chiese delle stazioni già institute da
San Gregorio Primo, che fu chiamato per sopranome Grande. Così
restaurò S. Maria Trastevere, S. Prasedia, S. Teodoro, S. Piero in
Vincula, e molte altre delle minori. Ma con maggiore animo
ornamento e diligenza fece questo in sei delle sette maggiori e
principali, cioè: S. Giovanni Laterano, S. Maria Maggiore, S. Stefano in
Celio Monte, S. Apostolo, S. Paolo e S. Lorenzo extra muros; non dico
di S. Piero, perché ne fece impresa a parte. Il medesimo ebbe animo
di ridurre in fortezza e fare come una città appartata il Vaticano tutto;
nella quale disegnava tre vie che si dirizzavano a S. Piero, credo dove
è ora Borgo Vecchio e Nuovo, le quali copriva di loggie di qua e di là
con botteghe commodissime, separando l'arti più nobili e più ricche
dalle minori, e mettendo insieme ciascuna in una via da per sé; e già