Page 573 - Giorgio Vasari
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volentieri; e messovisi la fece tanto bella che fu uno stupore, né si
               potrebbe dire quanta arte e giudizio si conosceva in que' personaggi
               ritratti  per  lo  più  di  naturale,  et  impiccati  per  i  piedi  in  strane
               attitudini e tutte varie e bellissime. La qual opera perché piacque a
               tutta la città e particolarmente agl'intendenti delle cose di pittura, fu

               cagione  che  da  quella  in  poi,  non  più  Andrea  dal  Castagno,  ma
               Andrea degl'Impiccati fusse chiamato. Visse Andrea onoratamente, e
               perché  spendava  assai  e  particolarmente  in  vestire  et  in  stare

               onorevolmente in casa, lasciò poche facultà quando d'anni 71 passò
               ad altra vita. Ma perché si riseppe, poco dopo la morte sua, l'impietà
               adoperata verso Domenico che tanto l'amava, fu con odiose essequie
               sepolto  in  S.  Maria  Nuova,  dove  similmente  era  stato  sotterrato
               l'infelice Domenico d'anni cinquantasei. E l'opera sua cominciata in S.

               Maria  Nuova  rimase  imperfetta  e  non  finita  del  tutto;  come  aveva
               fatto la tavola dell'altar maggiore di S. Lucia de' Bardi, nella quale è
               condotta  con  molta  diligenza  una  Nostra  Donna  col  Figliuolo  in

               braccio,  S.  Giovanni  Battista,  S.  Nicolò,  S.  Francesco  e  S.  Lucia;  la
               qual  tavola  aveva  poco  inanzi  che  fusse  morto,  all'ultimo  fine
               perfettamente  condotta,  etc.  Furono  discepoli  d'Andrea,  Iacopo  del
               Corso,  che  fu  ragionevole  maestro,  Pisanello,  il  Marchino,  Piero  del
               Pollaiuolo e Giovanni da Rovezzano, etc.



               FINE  DELLA  VITA  D'ANDREA  DAL  CASTAGNO  E  DI  DOMENICO
               VINIZIANO
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