Page 571 - Giorgio Vasari
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tirato in prospettiva, in mezzo d'una piazza, un tempio a otto facce
isolato e pieno di pilastri e nicchie, e nella facciata dinanzi benissimo
adornato di figure finte di marmo; et intorno alla piazza è una varietà
di bellissimi casamenti, i quali da un lato ribatte l'ombra del tempio,
mediante il lume del sole, con molto bella, difficile et artifiziosa
considerazione. Dall'altra parte fece maestro Domenico, a olio,
Gioachino che visita S. Anna sua consorte, e di sotto il nascere di
Nostra Donna, fingendovi una camera molto ornata et un putto che
batte col martello l'uscio di detta camera con molta buona grazia. Di
sotto fece lo sposalizio d'essa Vergine con buon numero di ritratti di
naturale, fra i quali è Messer Bernardetto de' Medici, conestabile de'
Fiorentini, con un berettone rosso, Bernardo Guadagni, che era
gonfaloniere, Folco Portinari et altri di quella famiglia. Vi fece anco un
nano che rompe una mazza, molto vivace, et alcune femine con abiti
indosso vaghi e graziosi fuor di modo, secondo che si usavano in que'
tempi. Ma questa opera rimase imperfetta, per le cagioni che di sotto
si diranno. Intanto aveva Andrea nella sua facciata fatta a olio la
morte di Nostra Donna, nella quale, per la detta concorrenza di
Domenico e per essere tenuto quello che egli era veramente, si vede
fatto con incredibile diligenza in iscorto un cataletto dentrovi la
Vergine morta, il quale, ancora che non sia più che un braccio e
mezzo di lunghezza, pare tre. Intorno le sono gl'Apostoli fatti in una
maniera che, se bene si conosce ne' visi loro l'allegrezza di veder
esser portata la loro Madonna in cielo da Gesù Cristo, vi si conosce
ancora l'amaritudine del rimanere in terra senz'essa. Tra essi apostoli
sono alcuni Angeli che tengono lumi accesi, con bell'aria di teste e sì
ben condotti, che si conosce che egli così bene seppe maneggiare i
colori a olio, come Domenico suo concorrente. Ritrasse Andrea in
queste pitture, di naturale, Messer Rinaldo degl'Albizi, Puccio Pucci, il
Falgavaccio che fu cagione della liberazione di Cosimo de' Medici,
insieme con Federigo Malevolti, che teneva le chiavi dell'Alberghetto;
parimente vi ritrasse Messer Bernardo di Domenico della Volta,
spedalingo di quel luogo, inginocchioni, che par vivo; et in un tondo
nel principio dell'opere se stesso, con viso di Giuda Scariotto, come
egl'era nella presenza e ne' fatti. Avendo dunque Andrea condotta
questa opera a bonissimo termine, accecato dall'invidia per le lodi