Page 555 - Giorgio Vasari
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avere, ogni sua facultà donato le arebbe; e non potendo, per via di
               mezzi,  ritraendole  in  pittura,  con  ragionamenti  la  fiamma  del  suo
               amore intiepidiva. Et era tanto perduto dietro a questo appetito, che
               all'opere  prese  da  lui  quando  era  di  questo  umore,  poco  o  nulla
               attendeva. Onde una volta fra l'altre, Cosimo de' Medici, faccendoli

               fare una opera in casa sua, lo rinchiuse perché fuori a perder tempo
               non  andasse,  ma  egli  statoci  già  due  giorni,  spinto  da  furore
               amoroso,  anzi  bestiale,  una  sera  con  un  paio  di  forbici  fece  alcune

               liste de' lenzuoli del letto, e da una finestra calatosi, attese per molti
               giorni  a'  suoi  piaceri.  Onde,  non  lo  trovando  e  facendone  Cosimo
               cercare,  alfine  pur  lo  ritornò  al  lavoro;  e  da  allora  in  poi  gli  diede
               libertà  che  a  suo  piacere  andasse,  pentito  assai  d'averlo  per  lo
               passato rinchiuso, pensando alla pazzia sua et al pericolo che poteva

               incorrere;  per  il  che  sempre  con  carezze  s'ingegnò  di  tenerlo  per
               l'avvenire, e così da lui fu servito con più prestezza, dicendo egli che
               l'eccellenze degli ingegni rari sono forme celesti e non asini vetturini.

               Lavorò una tavola nella chiesa di S. Maria Primerana in su la piazza di
               Fiesole,  dentrovi  una  Nostra  Donna  annunziata  dall'Angelo,  nella
               quale  è  una  diligenza  grandissima,  e  nella  figura  dell'Angelo  tanta
               bellezza che e' pare veramente cosa celeste. Fece alle monache delle
               Murate due tavole, una della Annunziata, posta allo altar maggiore,

               l'altra  nella  medesima  chiesa  a  un  altare,  dentrovi  storie  di  San
               Benedetto e di San Bernardo, e nel palazzo della Signoria dipinse in
               tavola  un'Annunziata  sopra  una  porta,  e  similmente  fece  in  detto

               palazzo un San Bernardo sopra un'altra porta, e nella sagrestia di San
               Spirito  di  Fiorenza  una  tavola  con  una  Nostra  Donna  et  Angeli
               d'attorno e Santi da lato, opera rara e da questi nostri maestri stata
               sempre tenuta in grandissima venerazione.

               In  S.  Lorenzo,  alla  cappella  degli  Operai,  lavorò  una  tavola  con
               un'altra Annunziata; et a quella della Stufa, una che non è finita. In S.

               Apostolo di detta città, in una cappella, dipinse in tavola alcune figure
               intorno a una nostra Donna; et in Arezzo, a Messer Carlo Marsupini,
               la tavola della cappella di S. Bernardo ne' monaci di Monte Oliveto,
               con  la  incoronazione  di  Nostra  Donna  e  molti  santi  attorno,

               mantenutasi  così  fresca  che  pare  fatta  dalle  mani  di  fra'  Filippo  al
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