Page 551 - Giorgio Vasari
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maravigliosamente espresse Vellano. Nel medesimo luogo sono
alcune cere et i modelli di queste cose, e così alcuni candelieri di
bronzo lavorati dal medesimo con molto giudizio et invenzione. E per
quanto si vede, ebbe questo artefice estremo disiderio d'arivare al
segno di Donatello; ma non vi arrivò, perché si pose colui troppo alto
in un'arte difficilissima. E perché Vellano si dilettò anco
dell'architettura e fu più che ragionevole in quella professione, andato
a Roma al tempo di papa Paulo viniziano l'anno 1464, per il quale
Pontefice era architettore nelle fabriche del Vaticano Giuliano da
Maiano, fu anch'egli adoperato a molte cose; e fra l'altre opere che vi
fece sono di sua mano l'arme che vi si veggiono di quel Pontefice, col
nome appresso. Lavorò ancora al palazzo di S. Marco molti
degl'ornamenti di quella fabrica per lo medesimo Papa, la testa del
quale è di mano di Vellano a sommo le scale. Disegnò il medesimo
per quel luogo un cortile stupendo, con una salita di scale commode e
piacevoli, ma ogni cosa, sopravenendo la morte del Pontefice, rimase
imperfetta. Nel qual tempo che stette in Roma, il Vellano fece per il
detto Papa e per altri, molte cose piccole di marmo e di bronzo, ma
non l'ho potute rinvenire. Fece il medesimo in Perugia una statua di
bronzo maggior che il vivo, nella quale figurò di naturale il detto Papa
a sedere in pontificale, e da piè vi mise il nome suo e l'anno ch'ella fu
fatta. La qual figura posa in una nicchia di più sorte pietre, lavorate
con molta diligenza fuor della porta di S. Lorenzo, che è il Duomo di
quella città. Fece il medesimo molte medaglie, delle quali ancora si
veggiono alcune e particolarmente quella di quel Papa e quelle
d'Antonio Rosello aretino e di Battista Platina, ambi di quello
segretarii.
Tornato dopo queste cose Vellano a Padoa con bonissimo nome, era
in pregio non solo nella propria patria, ma in tutta la Lombardia e
Marca Trivisana; sì perché non erano insino allora stati in quelle parti
artefici eccellenti, sì perché aveva bonissima pratica nel fondere i
metalli. Dopo, essendo già vecchio Vellano, deliberando la Signoria di
Vinegia che si facesse di bronzo la statua di Bartolomeo da Bergamo
a cavallo, allogò il cavallo ad Andrea del Verrocchio fiorentino e la
figura a Vellano. La qual cosa udendo, Andrea, che pensava che a lui