Page 550 - Giorgio Vasari
P. 550
VITA DI VELLANO DA PADOVA SCULTORE
Tanto grande è la forza del contraffare con amore e studio alcuna
cosa, che il più delle volte essendo bene imitata la maniera d'una di
queste nostre arti da coloro che nell'opere di qualcuno si
compiacciono, sì fattamente somiglia la cosa che imita quella che è
imitata, che non si discerne, se non da chi ha più che buon occhio,
alcuna differenza. E rade volte avviene che un discepolo amorevole
non apprenda almeno in gran parte la maniera del suo maestro.
Vellano da Padova s'ingegnò con tanto studio di contrafare la maniera
et il fare di Donato nella scultura, e massimamente ne' bronzi, che
rimase in Padova sua patria, erede della virtù di Donatello fiorentino,
come ne dimostrano l'opere sue nel Santo dalle quali pensando quasi
ognuno, che non ha di ciò cognizione intera, ch'elle siano di Donato,
se non sono avvertiti restano tutto giorno ingannati. Costui dunque,
infiammato dalle molte lodi che sentiva dare a Donato scultore
fiorentino che allora lavorava in Padova, e dal disiderio dell'utile che
mediante l'eccellenza dell'opere viene in mano de' buoni artefici, si
acconciò con esso Donato per imparar la scultura, e vi attese di
maniera che con l'aiuto di tanto maestro conseguì finalmente l'intento
suo; onde prima che Donatello partisse di Padova finite l'opere sue,
aveva tanto acquisto fatto nell'arte che già era in buona
aspettazione, e di tanta speranza appresso al maestro che meritò che
da lui gli fussero lasciate tutte le masserizie, i disegni e i modelli
delle storie, che si avevano a fare di bronzo intorno al coro del Santo
in quella città. La qual cosa fu cagione che partito Donato, come si è
detto, fu tutta quell'opera publicamente allogata al Vellano nella
patria, con suo molto onore. Egli dunque fece tutte le storie di bronzo
che sono nel coro del Santo dalla banda di fuori; dove fra l'altre è la
storia quando Sansone, abbracciata la colonna, rovina il tempio de'
Filistei, dove si vede con ordine venir giù i pezzi delle rovine, e la
morte di tanto popolo, et inoltre la diversità di molte attitudini in
coloro che muoiono, chi per la rovina e chi per la paura; il che