Page 556 - Giorgio Vasari
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presente. Dove dal sopra detto Messer Carlo gli fu detto che egli
avvertisse alle mani che dipigneva, perché molto le sue cose erano
biasimate. Per il che fra' Filippo nel dipignere da indi innanzi, la
maggior parte, o con panni o con altra invenzione, ricoperse per
fuggire il predetto biasimo. Nella quale opera ritrasse di naturale
detto Messer Carlo. Lavorò in Fiorenza alle monache di Analena una
tavola d'un presepio, et in Padova si veggono ancora alcune pitture.
Mandò di sua mano a Roma due storiette di figure picciole al cardinal
Barbo, le quali erano molto eccellentemente lavorate e condotte con
diligenzia. E certamente egli con maravigliosa grazia lavorò, e
finitissimamente unì le cose sue, per le quali sempre dagli artefici in
pregio e da' moderni maestri è stato con somma lode celebrato; et
ancora mentre che l'eccellenza di tante sue fatiche la voracità del
tempo terrà vive, sarà da ogni secolo avuto in venerazione.
In Prato ancora vicino a Fiorenza dove aveva alcuni parenti, in
compagnia di fra' Diamante del Carmine, stato suo compagno e
novizio insieme, dimorò molti mesi lavorando per tutta la terra assai
cose. Essendogli poi, dalle monache di Santa Margherita, data a fare
la tavola dell'altar maggiore, mentre vi lavorava gli venne un giorno
veduta una figliuola di Francesco Buti cittadin fiorentino, la quale o in
serbanza o per monaca era quivi. Fra' Filippo dato l'occhio alla
Lucrezia, che così era il nome della fanciulla, la quale aveva
bellissima grazia et aria, tanto operò con le monache che ottenne di
farne un ritratto, per metterlo in una figura di Nostra Donna per l'opra
loro; e con questa occasione innamoratosi maggiormente, fece poi
tanto per via di mezzi e di pratiche, che egli sviò la Lucrezia da le
monache e la menò via il giorno appunto ch'ella andava a vedere
mostrar la cintola di Nostra Donna, onorata reliquia di quel castello.
Di che le monache molto per tal caso furono svergognate, e
Francesco suo padre non fu mai più allegro e fece ogni opera per
riaverla, ma ella o per paura o per altra cagione, non volle mai
ritornare, anzi starsi con Filippo il quale n'ebbe un figliuol maschio,
che fu chiamato Filippo egli ancora, e fu poi, come il padre, molto
eccellente e famoso pittore. In S. Domenico di detto Prato sono due
tavole, et una Nostra Donna nella chiesa di S. Francesco nel