Page 546 - Giorgio Vasari
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VITA DI ALESSO BALDOVINETTI PITTORE FIORENTINO
Ha tanta forza la nobiltà dell'arte della pittura, che molti nobili uomini
si sono partiti dall'arti nelle quali sarebbero potuti ricchissimi divenire,
e dalla inclinazione tirati, contra il volere de' padri hanno seguito
l'appetito loro naturale e datisi alla pittura o alla scultura o altro
somigliante esercizio. E per vero dire, che stimando le ricchezze
quanto si deve e non più, ha per fine delle sue azzioni la virtù, si
acquista altri tesori che l'argento e l'oro non sono, senzaché non
temono mai niuna di quelle cose che in breve ora ne spogliano di
queste ricchezze terrene, che più del dover scioccamente sono dagli
uomini stimate.
Ciò conoscendo, Alesso Baldovinetti da propria volontà tirato,
abbandonò la mercanzia a che sempre avevano atteso i suoi, e nella
quale esercitandosi onorevolmente si avevano acquistato ricchezze e
vivuti da nobili cittadini, e si diede alla pittura, nella quale ebbe
questa proprietà di benissimo contrafare le cose della natura, come si
può vedere nelle pitture di sua mano. Costui, essendo ancora
fanciulletto, quasi contra la volontà del padre che arebbe voluto che
egli avesse atteso alla mercatura si diede a disegnare, et in poco
tempo vi fece tanto profitto che il padre si contentò di lasciarlo
seguire la inclinazione della natura. La prima opera che lavorasse a
fresco Alesso fu in S. Maria Nuova la cappella di San Gilio, cioè la
facciata dinanzi, la quale fu in quel tempo molto lodata, perché fra
l'altre cose vi era un Santo Egidio, tenuto bellissima figura. Fece
similmente a tempera la tavola maggiore e la cappella a fresco di
Santa Trinita, per Messer Gherardo e Messer Bongianni Gianfigliazzi
onoratissimi e ricchi gentiluomini fiorentini, dipignendo in quella
alcune storie del Testamento Vecchio, le quali Alesso abozzò a fresco
e poi finì a secco, temperando i colori con rosso d'uovo mescolato con
vernice liquida fatta a fuoco. La qual tempera pensò che dovesse le
pitture diffendere dall'acqua; ma ella fu di maniera forte che, dove
ella fu data troppo gagliarda, si è in molti luoghi l'opera scrostata; e