Page 538 - Giorgio Vasari
P. 538
potrei dire di Lazzaro, il quale disegnò benissimo, come si può vedere
in alcune carte del nostro libro, ma perché così mi par ben fatto, le
tacerò.
Fu Lazzaro persona piacevole et argutissimo nel parlare; et ancora
che fusse molto dedito ai piaceri, non però si partì mai dalla vita
onesta. Visse ancora 72, e lasciò Giorgio suo figliuolo, il quale attese
continuamente all'antiquità de' vasi di terra aretini; e nel tempo che
in Arezzo dimorava Messer Gentile urbinate, vescovo di quella città,
ritrovò i modi del colore rosso e nero de' vasi di terra che insino al
tempo del re Porsena i vecchi aretini lavorarono. Et egli, che
industriosa persona era, fece vasi grandi al torno d'altezza d'un
braccio e mezzo, i quali in casa sua si veggiono ancora. Dicono che,
cercando egli di vasi in un luogo, dove pensava che gl'antichi
avessero lavorato, trovò in un campo di terra al Ponte alla Calciarella,
luogo così chiamato, sotto terra tre braccia, tre archi delle fornaci
antiche, et intorno a essi di quella mistura e molti vasi rotti;
degl'interi quattro, i quali, andando in Arezzo il Magnifico Lorenzo de'
Medici, da Giorgio per introduzzione del vescovo gl'ebbe in dono;
onde furono cagione e principio della servitù che con quella
felicissima casa poi sempre tenne. Lavorò Giorgio benissimo di rilievo,
come si può vedere in casa sua in alcune teste di sua mano. Ebbe
cinque figliuoli maschi, i quali tutti fecero l'esercizio medesimo, e tra
loro furono buoni artefici Lazzaro e Bernardo, che giovinetto morì a
Roma; e certo se la morte non lo rapiva così tosto alla casa sua, per
l'ingegno che destro e pronto si vide in lui, egli avrebbe accresciuto
onore alla patria sua. Morì Lazzaro vecchio nel 1452 e Giorgio suo
figliuolo, essendo di 68 anni, nel 1484, e furono sepolti amendue
nella Pieve d'Arezzo, appiè della cappella loro di S. Giorgio, dove in
lode di Lazzaro furono col tempo appiccati questi versi:
Aretii exultet tellus clarissima: namque est
rebus in angustis in tenuique labor.
Vix operum istius partes cognoscere possis,
Myrmecides taceat: Callicrates sileat.