Page 535 - Giorgio Vasari
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VITA DI LAZZARO VASARI ARETINO PITTORE



               Grande è veramente il piacere di coloro che truovano qualcuno de'
               suoi  maggiori  e  della  propria  famiglia  esser  stato,  in  una  qualche
               professione  o  d'arme  o  di  lettere  o  di  pittura  o  qualsivoglia  altro
               nobile esercizio, singolare e famoso. E quegl'uomini, che nell'istorie

               trovano  esser  fatta  onorata  menzione  d'alcuno  de'  suoi  passati,
               hanno pure, se non altro, uno stimolo alla virtù et un freno che gli
               ratiene  dal  non  fare  cosa  indegna  di  quella  famiglia  che  ha  avuto
               uomini illustri e chiarissimi. Ma quanto sia il piacere, come dissi da

               principio, lo pruovo in me stesso, avendo trovato fra i miei passati
               Lazzaro  Vasari  essere  stato  pittore  famoso  ne'  tempi  suoi,  non
               solamente  nella  sua  patria,  ma  in  tutta  Toscana  ancora.  E  ciò  non
               certo senza cagione, come potrei mostrar chiaramente, se, come ho

               fatto degl'altri, mi fusse lecito parlare liberamente di lui. Ma perché,
               essendo  io  nato  del  sangue  suo,  si  potrebbe  agevolmente  credere
               che io in lodandolo passassi i termini, lasciando da parte i meriti suoi
               e della famiglia, dirò semplicemente quello che io non posso e non

               debbo  in  niun  modo  tacere,  non  volendo  mancare  al  vero,  donde
               tutta pende l'istoria.

               Fu  dunque  Lazzaro  Vasari  pittor  aretino  amicissimo  di  Piero  della
               Francesca dal Borgo a San Sepolcro, e sempre praticò con esso lui,
               mentre  egli  lavorò,  come  si  è  detto,  in  Arezzo;  né  gli  fu  cotale

               amicizia,  come  spesso  adiviene,  se  non  di  giovamento  cagione;
               perciò  che,  dove  prima  Lazzaro  attendeva  solamente  a  far  figure
               piccole per alcune cose, secondo che allora si costumava, si diede a
               far cose maggiori, mediante Piero della Francesca. E la prima opera
               in fresco fu in San Domenico d'Arezzo, nella seconda cappella a man

               manca, entrando in chiesa, un San Vincenzio, a' piè del quale dipinse
               inginocchioni sé e Giorgio suo figliuolo giovanetto, in abiti onorati di
               que' tempi, che si raccomandano a quel Santo, essendosi il giovane

               con un coltello inavertentemente percosso il viso; nella quale opera,
               se bene non è alcuna inscrizione, alcuni ricordi nondimeno de' vecchi
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