Page 543 - Giorgio Vasari
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Giovanni morto, Antonello se ne tornò di Fiandra per riveder la sua
               patria,  e  per  far  l'Italia  partecipe  di  così  utile,  bello  e  commodo
               segreto. E stato pochi mesi a Messina, se n'andò a Vinezia dove, per
               essere  persona  molto  dedita  a'  piaceri  e  tutta  venerea,  si  risolvé
               abitar sempre, e quivi finire la sua vita dove aveva trovato un modo

               di  vivere  a  punto  secondo  il  suo  gusto.  Per  che  messo  mano  a
               lavorare,  vi  fece  molti  quadri  a  olio,  secondo  che  in  Fiandra  aveva
               imparato, che sono sparsi per le case de' gentiluomini di quella città, i

               quali per la novità di quel lavoro vi furono stimati assai. Molti ancora
               ne fece, che furono mandati in diversi luoghi; alla fine, avendosi egli
               quivi  acquistato  fama  e  gran  nome,  gli  fu  fatta  allogazione  d'una
               tavola che andava in S. Cassano, parrocchia di quella città, la qual
               tavola fu da Antonello con ogni suo saper e senza risparmio di tempo,

               lavorata. E finita, per la novità di quel colorire e per la bellezza delle
               figure,  avendole  fatte  con  buon  disegno,  fu  comendata  molto  e
               tenuta in pregio grandissimo; et inteso poi il nuovo segreto, che egli

               aveva in quella città, di Fiandra portato, fu sempre amato e carezzato
               da que' magnifici gentiluomini, quanto durò la sua vita.

               Fra i pittori che allora erano in credito in Vinezia era tenuto molto
               eccellente  un  maestro  Domenico.  Costui,  arrivato  Antonello  in
               Venezia,  gli  fece  tutte  quelle  carezze  e  cortesie  che  maggiori  si
               possono fare a un carissimo e dolce amico, per lo che Antonello, che

               non  volle  esser  vinto  di  cortesia  da  maestro  Domenico,  dopo  non
               molti mesi gl'insegnò il secreto e modo di colorire a olio. Della qual
               cortesia et amorevolezza straordinaria, niun'altra gli sarebbe potuta
               esser  più  cara,  e  certo  a  ragione,  poiché  per  quella,  sì  come

               imaginato si era, fu poi sempre nella patria molto onorato. E certo
               coloro  sono  ingannati  in  digrosso  che  pensano,  essendo  avarissimi
               anco di quelle cose che loro non costano, dovere essere da ognuno
               per  i  loro  begli  occhi,  come  si  dice,  serviti.  Le  cortesie  di  maestro

               Domenico Viniziano cavarono di mano d'Antonello quello che aveva
               con sue tante fatiche e sudori procacciatosi, e quello che forse per
               grossa somma di danari non averebbe a niuno altro conceduto. Ma
               perché  di  maestro  Domenico  si  dirà  quanto  fia  tempo,  quello  che

               lavorasse in Firenze et a cui fusse liberale di quello che aveva da altri
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