Page 542 - Giorgio Vasari
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egli  per  un  tempo  non  volle  da  niuno  esser  veduto  lavorare  né
               insegnare a nessuno il segreto. Ma divenuto vecchio, ne fece grazia
               finalmente a Ruggieri da Bruggia suo creato, e Ruggieri ad Ausse suo
               discepolo, et agl'altri de' quali si parlò dove si ragiona del colorire a
               olio  nelle  cose  di  pittura;  ma  con  tutto  ciò,  se  bene  i  mercanti  ne

               facevano incetta e ne mandavano per tutto il mondo a prìncipi e gran
               personaggi  con  loro  molto  utile,  la  cosa  non  usciva  di  Fiandra;  et
               ancora  che  cotali  pitture  avessino  in  sé  quell'odore  acuto  che  loro

               davano i colori e gli olii mescolati insieme, e particularmente quando
               erano nuove, onde pareva che fusse possibile conoscergli, non però si
               trovò mai nello spazio di molti anni. Ma essendo da alcuni Fiorentini
               che negoziavano in Fiandra et in Napoli, mandata a re Alfonso Primo
               di Napoli una tavola con molte figure, lavorata a olio da Giovanni, la

               quale  per  la  bellezza  delle  figure  e  per  la  nuova  invenzione  del
               colorito, fu a quel re carissima, concorsero quanti pittori erano in quel
               regno per vederla, e da tutti fu sommamente lodata. Ora, avendo un

               Antonello da Messina, persona di buono e desto ingegno et accorto
               molto  e  pratico  nel  suo  mestiero,  atteso  molti  anni  al  disegno  in
               Roma, si era prima ritirato in Palermo e quivi lavorato molti anni, et
               in ultimo a Messina sua patria, dove aveva con l'opere confirmata la
               buona  openione  che  aveva  il  paese  suo  della  virtù  che  aveva  di

               benissimo  dipignere.  Costui  dunque,  andando  una  volta  per  sue
               bisogne di Sicilia a Napoli, intese che al detto re Alfonso era venuta di
               Fiandra la sopra detta tavola di mano di Giovanni da Bruggia, dipinta

               a  olio,  per  sì  fatta  maniera  che  si  poteva  lavare,  reggeva  ad  ogni
               percossa  et  aveva  in  sé  tutta  perfezzione;  per  che,  fatta  opera  di
               vederla, ebbono tanta forza in lui la vivacità de' colori e la bellezza et
               unione  di  quel  dipinto,  che,  messo  da  parte  ogni  altro  negozio  e
               pensiero,  se  n'andò  in  Fiandra.  Et  in  Bruggia  pervenuto  prese

               dimestichezza grandissima col detto Giovanni, facendogli presente di
               molti disegni alla maniera italiana e d'altre cose; talmente che per
               questo, per l'osservanza d'Antonello e per trovarsi esso Giovanni già

               vecchio, si contentò che Antonello vedesse l'ordine del suo colorire a
               olio; onde egli non si partì di quel luogo che ebbe benissimo appreso
               quel modo di colorire, che tanto disiderava. Né dopo molto, essendo
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