Page 490 - Giorgio Vasari
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VITA DI MICHELOZZO MICHELOZZI PITTORE SCULTORE ET
               ARCHITETTO FIORENTINO



               Se chiunche in questo mondo vive, credesse d'avere a vivere quando
               non si può più operare, non si condurrebbono molti a mendicare nella
               loro  vecchiezza  quello  che  senza  risparmio  alcuno  consumarono  in

               gioventù,  quando  i  copiosi  e  larghi  guadagni,  acecando  il  vero
               discorso, gli facevano spendere oltre il bisogno, e molto più che non
               conveniva. Imperò che, atteso quanto mal volentieri è veduto chi da
               molto è venuto al poco, deve ognuno ingegnarsi onestamente però e
               con la via del mezzo di non avere in vecchiezza a mendicare. E chi

               farà  come  Michelozzo,  il  quale  in  questo  non  imitò  Donato  suo
               maestro, ma sì bene nelle virtù, viverà onoratamente tutto il tempo
               di  sua  vita  e  non  averà  bisogno  negl'ultimi  anni  d'andarsi

               procacciando miseramente il vivere.
               Attese  dunque  Michelozzo  nella  sua  giovinezza  con  Donatello  alla
               scultura  et  ancora  al  disegno;  e  quantunque  gli  si  dimostrasse

               difficile, s'andò sempre nondimeno aiutando con la terra, con la cera
               e  col  marmo,  di  maniera  che  nell'opre  che  egli  fece  poi,  mostrò
               sempre ingegno e gran virtù. Ma in una avanzò molti e se stesso, cioè

               che dopo il Brunellesco fu tenuto il più ordinato architettore de' tempi
               suoi,  e  quello  che  più  agiatamente  dispensasse  et  accomodasse
               l'abitazioni de' palazzi, conventi e case, e quello che con più giudizio
               le  ordinasse  meglio,  come  a  suo  luogo  diremo.  Di  costui  si  valse
               Donatello  molti  anni,  perché  aveva  gran  pratica  nel  lavorare  di

               marmo  e  nelle  cose  de'  getti  di  bronzo;  come  ne  fa  fede  in  S.
               Giovanni di Fiorenza nella sepoltura che fu fatta, come si disse, da
               Donatello  per  papa  Giovanni  Coscia,  perché  la  maggior  parte  fu

               condotta da lui, e vi si vede ancora di sua mano una statua di braccia
               due e mezzo, d'una Fede che v'è di marmo molto bella, in compagnia
               d'una  Speranza  e  Carità  fatta  da  Donatello  della  medesima
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