Page 483 - Giorgio Vasari
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nel suo ritorno a Vinegia, per memoria della bontà sua, lasciò in dono
               alla  nazione  fiorentina  per  la  loro  cappella  ne'  Frati  Minori,  un  S.
               Giovan  Batista  di  legno,  lavorato  da  lui  con  diligenza  e  studio
               grandissimo.

               Nella  città  di  Faenza  lavorò  di  legname  un  S.  Giovanni  et  un  S.
               Girolamo,  non  punto  meno  stimati  che  l'altre  cose  sue.  Appresso,

               ritornatosene  in  Toscana,  fece  nella  Pieve  di  Monte  Pulciano  una
               sepoltura  di  marmo  con  una  bellissima  storia,  et  in  Fiorenza,  nella
               sagrestia  di  S.  Lorenzo,  un  lavamani  di  marmo,  nel  quale  lavorò
               parimente Andrea Verrocchio. Et in casa di Lorenzo della Stuffa fece

               teste e figure molto pronte e vivaci. Partitosi poi da Fiorenza, a Roma
               si trasferì, per cercar d'imitare le cose degli antichi più che poté, e
               quelle studiando, lavorò di pietra in quel tempo un tabernacolo del
               Sacramento che oggidì si truova in S. Pietro. Ritornando a Fiorenza, e

               da Siena passando, tolse a fare una porta di bronzo per il batistero di
               S. Giovanni, et avendo fatto il modello di legno e le forme di cera
               quasi  tutte  finite,  et  a  buon  termine  con  la  cappa  condottele  per
               gittarle, vi capitò Bernardetto di Mona Papera orafo fiorentino, amico

               e domestico suo, il quale, tornando da Roma, seppe tanto fare e dire
               che,  o  per  sue  bisogne,  o  per  altra  cagione,  ricondusse  Donato  a
               Firenze,  onde  quell'opera  rimase  imperfetta,  anzi  non  cominciata.
               Solo restò, nell'opera del Duomo di quella città, di sua mano, un S.

               Giovanni  Battista  di  metallo,  al  quale  manca  il  braccio  destro  dal
               gomito in su, e ciò si dice avere fatto Donato per non essere stato
               sodisfatto dell'intero pagamento. Tornato dunque a Firenze, lavorò a
               Cosimo  de'  Medici,  in  S.Lorenzo,  la  sagrestia  di  stucco,  cioè  ne'

               peducci  della  volta  quattro  tondi  co'  campi  di  prospettiva,  parte
               dipinti  e  parte  di  bassi  rilievi  di  storie  degl'Evangelisti.  Et  in  detto
               luogo fece due porticelle di bronzo di basso rilievo bellissime, con gli
               Apostoli, co' martiri e' confessori; e sopra quelle alcune nicchie piane,

               dentrovi  nell'una  un  San  Lorenzo  et  un  S.  Stefano;  e  nell'altra  S.
               Cosimo  e  Damiano.  Nella  crociera  della  chiesa  lavorò  di  stucco
               quattro  santi  di  braccia  cinque  l'uno,  i  quali  praticamente  sono
               lavorati.  Ordinò  ancora  i  pergami  di  bronzo  dentrovi  la  passion  di

               Cristo; cosa che ha in sé disegno, forza, invenzione et abbondanza di
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