Page 476 - Giorgio Vasari
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maniera che se le scorge nel viso quella umilità e gratitudine, che del

               non aspettato dono si deve a chi lo fa, e tanto più quanto il dono è
               maggiore. Dimostrò oltra questo Donato ne' panni di essa Madonna e
               dell'Angelo, lo essere bene rigirati e maestrevolmente piegati; e col
               cercare l'ignudo delle figure, come e' tentava di scoprire la bellezza

               degl'antichi, stata nascosa già cotanti anni. E mostrò tanta facilità et
               artifizio in questa opera, che insomma più non si può, dal disegno e
               dal  giudizio,  dallo  scarpello  e  dalla  pratica,  disiderare.  Nella  chiesa

               medesima sotto il tramezzo, a lato della storia di Taddeo Gaddi, fece
               con straordinaria fatica un Crucifisso di legno, il quale quando ebbe
               finito, parendogli aver fatto una cosa rarissima, lo mostrò a Filippo di
               ser  Brunellesco  suo  amicissimo,  per  averne  il  parere  suo;  il  quale
               Filippo, che per le parole di Donato aspettava di vedere molto miglior

               cosa, come lo vide sorrise alquanto. Il che vedendo Donato, lo pregò,
               per quanta amicizia era fra loro, che gliene dicesse il parer suo; per
               che  Filippo,  che  liberalissimo  era,  rispose  che  gli  pareva  che  egli

               avesse  messo  in  croce  un  contadino  e  non  un  corpo  simile  a  Gesù
               Cristo, il quale fu delicatissimo, et in tutte le parti il più perfetto uomo
               che nascesse già mai. Udendosi mordere Donato, e più a dentro che
               non  pensava,  dove  sperava  essere  lodato,  rispose:  "Se  così  facile
               fusse fare come giudicare, il mio Cristo ti parrebbe Cristo, e non un

               contadino:  però  piglia  del  legno  e  pruova  a  farne  uno  ancor  tu".
               Filippo, senza più farne parola, tornato a casa, senza che alcuno lo
               sapesse, mise mano a fare un Crucifisso, e cercando d'avanzare, per

               non  condannar  il  proprio  giudizio,  Donato,  lo  condusse  dopo  molti
               mesi a somma perfezzione. E ciò fatto, invitò una mattina Donato a
               desinar  seco,  e  Donato  accettò  l'invito.  E  così,  andando  a  casa  di
               Filippo  di  compagnia,  arivati  in  Mercato  Vecchio,  Filippo  comperò
               alcune cose, e datole a Donato, disse: "Aviati con queste cose a casa,

               e  lì  aspettami,  che  io  ne  vengo  or  ora".  Entrato  dunque  Donato  in
               casa, giunto che fu in terreno, vide il Crucifisso di Filippo a un buon
               lume, e fermatosi a considerarlo, lo trovò così perfettamente finito,

               che vinto e tutto pieno di stupore, come fuor di sé, aperse le mani
               che  tenevano  il  grembiule.  Onde  cascatogli  l'uova,  il  formaggio  e
               l'altre robe tutte, si versò e fracassò ogni cosa; ma non restando però
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