Page 470 - Giorgio Vasari
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canapo che era da ogni banda, s'apriva o riserrava, secondo che altri
               voleva, ristrignendosi le due parti delle porte insieme, o allargandosi
               per piano mediante i canali. E queste così fatte porte facevano duoi
               effetti:  l'uno,  che  quando  erano  tirate  per  esser  gravi  facevano
               rumore  a  guisa  di  tuono;  l'altro,  perché  servivano,  stando  chiuse,

               come  palco  per  aconciare  gl'Angeli  et  accomodar  l'altre  cose  che
               dentro facevano di bisogno. Questi dunque così fatti ingegni e molti
               altri, furono trovati da Filippo; se bene alcuni altri affermano che egli

               erano  stati  trovati  molto  prima.  Comunche  sia,  è  stato  ben
               ragionarne, poiché in tutto se n'è dismesso l'uso.

               Ma tornando a esso Filippo, era talmente cresciuta la fama et il nome
               suo, che di lontano era mandato per lui da chi aveva bisogno di far
               fabriche  per  avere  disegni  e  modelli  di  mano  di  tanto  uomo;  e  si
               adoperavano perciò amicizie e mezzi grandissimi. Onde infra gl'altri

               disiderando il Marchese di Mantoa d'averlo, ne scrisse alla Signoria di
               Firenze con grande instanza, e così da quella gli fu mandato là, dove
               diede disegni di fare argini in sul Po l'anno 1445; et alcune altre cose,
               secondo la volontà di quel Principe, che lo accarezzò infinitamente,

               usando  dire  che  Fiorenza  era  tanto  degna  d'avere  Filippo  per  suo
               cittadino,  quanto  egli  d'aver  sì  nobile  e  bella  città  per  patria.
               Similmente  in  Pisa  il  conte  Francesco  Sforza  e  Niccolò  da  Pisa,
               restando  vinti  da  lui  in  certe  fortificazioni,  in  sua  presenza  lo

               comendarono,  dicendo  che  se  ogni  stato  avesse  un  uomo  simile  a
               Filippo, che si potrebbe tener sicuro senza arme. In Fiorenza diede
               similmente Filippo il disegno della casa di Barbadori, allato alla torre
               de' Rossi in borgo S. Iacopo, che non fu messa in opera; e così anco

               fece  il  disegno  della  casa  de'  Giuntini  in  sulla  piazza  d'Ogni  Santi,
               sopra Arno. Dopo, disegnando i capitani di Parte Guelfa di Firenze di
               fare  uno  edifizio  et  in  quello  una  sala  et  una  udienza  per  quello
               magistrato,  ne  diedero  cura  a  Francesco  della  Luna,  il  quale,

               cominciato l'opera, l'aveva già alzata da terra dieci braccia e fattovi
               molti errori, quando ne fu dato cura a Filippo, il quale ridusse il detto
               palazzo a quella forma e magnificenza che si vede. Nel che fare ebbe
               a competere con il detto Francesco che era da molti favorito sì come

               sempre fece mentre che visse, or con questo, et or [con] quello, che
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