Page 466 - Giorgio Vasari
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del finimento del quale tempio a otto facce, di mano di Filippo, è nel
nostro libro, con altri disegni del medesimo. Ordinò anco Filippo a
Messer Luca Pitti fuor della porta a San Niccolò di Fiorenza in un
luogo detto Ruciano, un ricco e magnifico palazzo; ma non già a gran
pezza simile a quello che per lo medesimo cominciò in Firenze e
condusse al secondo finestrato, con tanta grandezza e magnificenza,
che d'opera toscana non si è anco veduto il più raro né il più
magnifico. Sono le porte di questo doppie, la luce braccia sedici, e la
larghezza otto; le prime e le seconde finestre simili in tutto alle porte
medesime. Le volte sono doppie, e tutto l'edifizio in tanto artifizioso
che non si può imaginar né più bella né più magnifica architettura. Fu
esecutore di questo palazzo Luca Fancelli architetto fiorentino, che
fece per Filippo molte fabbriche, e per Leon Battista Alberti la
cappella maggiore della Nunziata di Firenze, a Lodovico Gonzaga; il
quale lo condusse a Mantova, dove egli vi fece assai opere, e quivi
tolse donna e vi visse e morì, lasciando agli eredi che ancora dal suo
nome si chiamano i Luchi. Questo palazzo comperò, non sono molti
anni, l'illustrissima signora Leonora di Tolledo, duchessa di Fiorenza,
per consiglio dell'illustrissimo signor duca Cosimo, suo consorte. E vi
si allargò tanto intorno, che vi ha fatto un giardino grandissimo, parte
in piano e parte in monte e parte in costa; e l'ha ripieno con
bellissimo ordine di tutte le sorti arbori domestici e salvatichi, e
fattovi amenissimi boschetti d'infinite sorti verzure che verdeggiano
d'ogni tempo, per tacere l'acque, le fonti, i condotti, i vivai, le
frasconaie e le spalliere, et altre infinite cose veramente da
magnanimo principe; le quali tacerò, perché non è possibile che chi
non le vede le possa immaginar mai di quella grandezza e bellezza
che sono. E di vero al duca Cosimo non poteva venire alle mani
alcuna cosa più degna della potenza e grandezza dell'animo suo di
questo palazzo; il quale pare che veramente fusse edificato da
Messer Luca Pitti per sua eccellenza illustrissima col disegno del
Brunellesco. Lo lasciò Messer Luca imperfetto per i travagli che egli
ebbe per conto dello stato; e gli eredi, perché non avevano modo a
finirlo, acciò non andasse in rovina, furono contenti di compiacerne la
signora duchessa; la quale, mentre visse, vi andò sempre spendendo,
ma non però in modo che potesse sperare di così tosto finirlo. Ben è