Page 465 - Giorgio Vasari
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in su le scale; cosa, che al vedere il pilastro più corto che la colonna,
               fa parere zoppa tutta quell'opera. E di tutto furono cagione i consigli
               di chi rimase doppo lui, che avevono invidia al suo nome, e che in
               vita gli avevano fatto i modelli contro, de' quali nientedimeno erano
               stati, con sonetti fatti da Filippo, svergognati; e doppo la morte, con

               questo  se  ne  vendicorono  non  solo  in  questa  opera,  ma  in  tutte
               quelle che rimasono da lavorarsi per loro. Lasciò il modello, e parte
               della calonaca de' preti di esso San Lorenzo finita, nella quale fece il

               chiostro lungo braccia 144.
               Mentre che questa fabbrica si lavorava, Cosimo de' Medici voleva far

               fare il suo palazzo, e così ne disse l'animo suo a Filippo; che posto
               ogni altra cura da canto, gli fece un bellissimo e gran modello per
               detto  palazzo,  il  quale  situar  voleva  dirimpetto  a  S.  Lorenzo  su  la
               piazza intorno intorno isolato. Dove l'artificio di Filippo s'era talmente

               operato, che, parendo a Cosimo troppo suntuosa e gran fabbrica, più
               per fuggire l'invidia che la spesa, lasciò di metterla in opera. E mentre
               che il modello lavorava, soleva dire Filippo che ringraziava la sorte di
               tale occasione, avendo a fare una casa, di che aveva avuto desiderio

               molti anni, et essersi abbattuto a uno che la voleva e poteva fare. Ma
               intendendo  poi  la  resoluzione  di  Cosimo,  che  non  voleva  tal  cosa
               mettere  in  opera,  con  isdegno  in  mille  pezzi  ruppe  il  disegno.  Ma
               bene si pentì Cosimo di non avere seguito il disegno di Filippo, poi

               che  egli  ebbe  fatto  quell'altro;  il  qual  Cosimo  soleva  dire  che  non
               aveva  mai  favellato  ad  uomo  di  maggior  intelligenza  et  animo  di
               Filippo.

               Fece  ancora  il  modello  del  bizzarrissimo  tempio  degl'Angeli  per  la
               nobile  famiglia  degli  Scolari;  il  quale  rimase  imperfetto  e  nella

               maniera che oggi si vede, per avere i Fiorentini spesi i danari, che per
               ciò  erano  in  sul  Monte,  in  alcuni  bisogni  della  città,  o  come  alcuni
               dicono, nella guerra che già ebbero co' Lucchesi. Nel quale spesero
               ancora i danari che similmente erano stati lasciati per far la Sapienza,
               da Niccolò da Uzzano, come in altro luogo si è a lungo raccontato. E

               nel vero, se questo tempio degli Angeli si finiva secondo il modello
               del Brunellesco, egli era delle più rare cose d'Italia: perciò che quello
               che se ne vede non si può lodar a bastanza. Le carte della pianta e
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